Trieste, i due sacerdoti dell’ospedale “sfrattati” dai lavori in corso

Il restyling costringe don Placide e don José a lasciare gli alloggi della torre medica. L’Asuits rimedia e sostiene i costi per il loro trasferimento in una vicina canonica
Lasorte Trieste 28/12/16 - Ospedale di Cattinara
Lasorte Trieste 28/12/16 - Ospedale di Cattinara

Trasferiti dagli alloggi di servizio, situati al quarto piano della torre medica, alla vicina canonica della chiesetta della Santissima Trinità. È questa la sorte capitata di recente a don Placide, cappellano ospedaliero della parrocchia di San Giovanni di Dio, dell’ospedale di Cattinara, e al suo collaboratore, Josè Cruz Silva. Sono gli effetti dell’inizio delle “grandi manovre”, in vista della maxi ristrutturazione dell’ospedale di Cattinara. Entro ottobre, cinque piani della Torre medica dovranno essere a disposizione della cooperativa di costruzioni Clea, capogruppo di un’associazione temporanea di imprese con la quale il 6 aprile scorso l’Asuits ha firmato il contratto d’appalto.

In uno di quei cinque piani, don Placide e il suo confratello disponevano di due stanzette dove vivevano mentre, durante il giorno, facevano il loro servizio di assistenza spirituale. Com’è noto, in ogni ospedale civile e militare è garantita l’assistenza religiosa. I due sacerdoti fanno visita ai pazienti ogni mattina, garantiscono loro i sacramenti della comunione o dell’assoluzione sacramentale, oppure dell’estrema unzione, spesso prolungando l’impegno anche al pomeriggio o alla sera. Talvolta sono richiesti interventi urgenti: di fatto assicurano una disponibilità spirituale 24 ore su 24.

Saputo della necessità di abbandonare le due stanzette della torre medica, in un primo momento si è creata una situazione di grave preoccupazione. Per molti dei ricoverati la loro missione di carità e di consolazione è molto importante. A eliminare l’incertezza è intervenuto di persona il direttore generale dell’Asuits, Nicola Delli Quadri, che ha assicurato che «sarà l’azienda a sostenere i costi per l’adeguamento e l’ammodernamento dei due piccoli alloggi situati all’interno della vicina canonica, in modo che i due sacerdoti possano continuare a svolgere il loro ministero senza soluzione di continuità».

Lasorte Trieste 06/08/17 - Chiesa Ospedale Cattinara, No Lavori
Lasorte Trieste 06/08/17 - Chiesa Ospedale Cattinara, No Lavori


La Curia aveva già fatto sapere che non avrebbe potuto provvedervi. In un primo momento, don Placide, che opera sempre a Cattinara, mentre don Josè alterna la presenza in ospedale con altri servizi a Roma, aveva chiesto di poter fruire di uno spazio, che risultava libero, al quinto piano della Torre chirurgica e che, a suo avviso, poteva essere ristrutturato con due stanze singole, un servizio igienico e una stanza da adibire a piccola cucina. L’Asuits aveva subito scartato tale possibilità, ritenendo inadeguata l’area individuata.

Lasorte Trieste 22/07/08 - Chiesa di Cattinara
Lasorte Trieste 22/07/08 - Chiesa di Cattinara


I due sacerdoti avranno soltanto il piccolo disagio di dover percorrere quel tratto di strada che porta dalla canonica della santissima Trinità all’ospedale. Poca cosa in fin dei conti anche se, soprattutto d’inverno, a Cattinara può far freddo. «I problemi sono molto complessi e riguarderanno l’intero personale, i medici e le strutture – ha precisato Delli Quadri – perciò chiediamo anche ai due sacerdoti di fare uno sforzo come tutti e adeguarsi al bisogno».



«Dopo la firma del contratto per l’esecuzione dei lavori – ha detto Lucia Pelusi, direttore del Presidio sanitario del Maggiore e di Cattinara – bisognava consegnare all’impresa i piani interessati dagli interventi, per poter passare alla fase operativa. Sono previsti complessivamente sei anni di lavori per un costo di 118 milioni. I piani alti della torre medica, dall’undicesimo al quindicesimo piano, una volta liberati saranno sottoposti ai lavori nell’arco di 18 mesi. Per arrivare nel modo più adeguato a questi trasferimenti – ha aggiunto Pelusi – che, come si può immaginare, sono molto complessi, perché riguardano pazienti, medici, infermieri, laboratori, ambulatori e strutture, abbiamo da tempo avviato incontri con gli operatori dei reparti coinvolti per fare le scelte giuste».

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