Trieste, i “cadetti” a lezione su barche d’epoca

TRIESTE Tre barche d’epoca, tra cui la più la più antica in attività di tutto il Mediterraneo, saranno a disposizione tra marzo e maggio dei “cadetti” (come ama chiamare gli allievi il vicepreside Bruno Zvech) dell’Isis Nautico “Tomaso di Savoia Duca di Genova” di Trieste. Un evento unico presentato ieri nella biblioteca storica del Nautico che risale al 1754 ed è fresca di restauro. Una collaborazione che vede coinvolti la Lega Navale Italiana (sezione di Trieste) e lo Yacht Club Adriaco che governa da sempre le barche d’epoca a Trieste.
A disposizione dei ragazzi ci saranno tre pezzi storici per fare attività in mare e in futuro forse anche per regatare. Due senzamotore, governate solo a vela. Il “colpo grosso” (definizione di Zvech) è Sorella del 1858 messa a disposizione dall’armatore Renato Pirota. Da quando è arrivata nel Mediterraneo, nel 1988, ha stabilito il record di imbarcazione più antica ai raduni di vele d’epoca. Il cutter Sorella è stato varato nel 1858 presso il cantiere Dan Hatcher nel sud dell’Inghilterra. Ed è una tipologia di barca, impiegata sia per la pesca sia per le regate, che veniva classificata con il nome di Itchen Ferry. Sorella è stata sottoposta a lavori di ristrutturazione presso il cantiere Alto Adriatico di Monfalcone. Partecipa regolarmente alla Barcolana e alla Barcolana Classic.

Un’altra barca d’epoca è Aria, costruita nel 1935 dal cantiere Ugo Costaguta di Genova Voltri su progetto di Attilio Costaguta. Sottoposta a una serie di delicati interventi di restauro «filologicamente corretti» nel cantiere Alto Adriatico di Monfalcone, l’imbarcazione è tornata alla sua originalità. A metterla a disposizione è l’armatrice Serena Galvani (pronipote dello scienziato Luigi). La terza imbarcazione è un altro mito: l’inossidabile Bat appartenuto a Carlo Sciarelli. Era stato costruito nel 1889 da J.T. Howard Maldon nell’Essex, con fasciame di teak e chiodi di rame, e progettato da un architetto famoso, C.P. Clayton, specializzato nel creare piccole barche da regata. A mettere Bat a disposizione l’armatore Paolo Lodigiani. Si tratta di una barca nata prima dell’invenzione della ruggine come amava ricordare Sciarelli: «Per me il Bat è il più yacht di tutti. È l’unica barca con la quale oggi mi diverto. Un divertimento da appassionato, da marinaio, da erudito di cose navali, da ingenuo. Divertimento totale di andare a vela».
Ed è questo alla fin fine lo scopo del progetto: «Trasmettere alla scuola una certa cultura marinara. Imparare a navigare come una volta. Queste tre barche sono dei veri gioielli» spiega Guglielmo Danelon, esperto velista e socio Yacht Club Adriaco. «Formare dei marinai prima dei velisti» aggiunge Pierpaolo Scubini, presidente della Lega Navale Italiana, sezione di Trieste.
In realtà l’iniziativa fa parte di un disegno più ambizioso. «Questo progetto dimostra che Trieste riprende la via del mare. Non più città sul mare, ma città di mare» ripete Zvech sostenendo che il Nautico vuole essere protagonista ancora una volta di questa storia ritrovata. I responsabili del progetto sono i professori del Nautico Davide Battistin e Adriano Filippi (che è anche vicepresidente della Fiv). A varare l’iniziativa c’erano anche Donatella Bigotti (dirigente scolastico dell’Isis Nautico) e Gianandrea Cossi (segretario dello Yacht Club Adriaco). Presente pure Alberto Leghissa, velista e skipper dell’imbarcazione Aria. Il progetto fa riferimento al progetto didattico nazionale della Fiv. «Sono previste due attività, una per gli allievi delle classi seconde, un’altra per gli allievi del triennio. Dopo alcune ore di preparazione teorica, seguirà la parte pratica consistente in uscite in barca - spiegano Filippi e Battistin -. Gli allievi del triennio saranno imbarcati su tre barche d’epoca di costruzione e armamento tradizionali». Le uscite in mare si svolgeranno tra marzo e maggio. Sorella, Bat e Aria attendono i “cadetti”.
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