Trieste, i 75mila euro di troppo pagati a Terranova
TRIESTE «Pertanto, si ritiene necessario che l’Ente proceda al recupero di tutte le somme indebitamente erogate al Segretario generale a tale titolo». La firma che sta sotto a queste righe è quella del Ragioniere generale dello Stato.
L’«Ente» di cui si parla è il Comune di Trieste. Il «Segretario generale» è invece il dottor Santi Terranova, il sommo dirigente comunale ai tempi della giunta Dipiazza. Uno scambio di relazioni e controdeduzioni fra Comune e ministero del Tesoro, arrivato definitivamente in giunta nelle scorse settimane, stabilisce che l’ente locale debba andare a recuperare oltre 75mila euro erogati a Terranova fra il 2009 e il 2011 a titolo di rimborso spese.
Tutto nasce dalla relazione sulla verifica amministrativo-contabile che i servizi ispettivi di finanza pubblica hanno condotto in Comune dall’11 giugno al 25 luglio 2014. Si tratta di un lungo documento firmato dal dirigente dei servizi Quirino Cervellini.
L’esito conclusivo è confortante per piazza Unità: «Da quanto riportato nel corso del lavoro, appare evidente che la gestione finanziaria dell’ente, per il momento, non presenta criticità sostanziali, soprattutto in termini di solidità e sostenibilità del bilancio». Ma è a pagina 125 che spunta il rilievo in questione.
Vi si legge: «Si segnala, inoltre, che al Segretario generale risulta attribuito con provvedimento sindacale del 9 febbraio 2004 l’incarico di direttore generale, prevedendo per lo svolgimento di detto incarico sia uno specifico compenso a titolo di “retribuzione di posizione” (70mila euro annui lordi), sia un compenso a titolo di retribuzione di risultato (20mila euro annui lordi), oltre al rimborso spese sostenute e documentate relative all’alloggio nella provincia di Trieste e ai viaggi per raggiungere la propria famiglia nell’importo massimo annuo netto di 25mila euro».
Sono queste ultime competenze economiche che lo scrivente ritiene «indebitamente previste ed erogate»: «Nessuna norma del Ccnl dei segretari comunali prevede l’attribuzione di un compenso forfettizzato per le causali sopra indicate». Il discorso vale in particolare per le spese di viaggio. Queste ultime, scrive Cervellini, «sono specificamente regolate e rimborsabili solo nell’ipotesi di missione o spostamento da un Comune all’altro nell’ambito di una convenzione di segreteria».
E ancora: «Può altresì escludersi anche la legittimità del rimborso del costo per la locazione finanziaria dell’autovettura». Gli importi complessivi dei rimborsi spese effettivamente erogati sono riportati dalla relazione nei seguenti termini: 44mila 594 euro circa per il 2009; 19mila 430 euro circa per il 2010; 11mila 986 euro circa per il 2011. La relazione è stata chiusa il 22 settembre 2014 e quindi inviata al Comune. Gli uffici dell’ente locale hanno risposto riportando una serie di controdeduzioni.
Questi testi non sono firmati dal sindaco Roberto Cosolini, che due mesi dopo l’ingresso in carica ha rinunciato alle competenze del dottor Terranova. Le risposte del Comune sono state trasmesse al ministero nel marzo 2015: si tratta di due relazioni firmate dal dottor Vincenzo Di Maggio, dirigente del servizio finanziario, e dalla dottoressa Romana Meula, direttrice di area. Quest’ultima è autrice delle controdeduzioni riguardanti i rimborsi a Terranova.
La dirigente conferma che oltre alle retribuzioni di posizione e risultato «si è prevista la liquidazione di un ulteriore importo massimo annuo netto di euro 25mila per spese sostenute e documentate per alloggio e viaggi» ma che l’importo massimo non è stato raggiunto. Specifica, tra le altre cose, come le erogazioni rilevate dall’ispezione siano importi lordi e come «in nessun caso» si tratti «di compenso forfetario».
In un altro documento Meula informa anche del fatto che la cifra del 2009 contenga anche parte del rimborso 2008: «La somma effettiva del 2009 risulta essere di 31mila 886 euro lordi» corrispondenti a un importo netto di quasi 18mila euro. Le controdeduzioni non hanno però convinto il ministero, che nella risposta dello scorso aprile ribadisce «l’illegittimità» della corresponsione del premio di risultato per il conferimento dell’incarico di direttore generale.
Roma esclude anche la possibilità di rimborsare spese per alloggi, contratti immobiliari, autoveicoli e viaggi (a meno che non siano missioni). Conclude la risposta la frase riportata in apertura di questo articolo: il Comune deve recuperare tutte le somme erogate al suo ex dirigente.
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