Trieste, guasto brucia la casa, famiglia “sfrattata”

Papà, mamma e figlia di otto anni costretti in un residence. Ma la chiusura del contratto di affitto fa perdere loro la residenza

Il caso. Un appartamento andato a fuoco e quasi una trentina di elettrodomestici da buttare, saltati in un più di qualche casa. È il danno causato da un sovraccarico di energia generato accidentalmente da AcegasApsAmga nel corso di un lavoro alla linea elettrica del grattacielo di 13 piani di largo Mioni 5. Mauro e Patrizia con la loro bambina di otto anni fino ad allora residenti in quell’appartamento al sesto piano andato a fuoco, da quel giorno sono rimasti senza vestiti ed effetti personali, ormai bruciati, devastati dal fumo e dalla fuliggine, e ora si ritrovano a dover pagare la permanenza forzata in un residence.

La conferma da parte di Acegas. Mille euro al mese contro i 500 che sostenevano prima per l’affitto dell’appartamento non più agibile. Da AcegasApsAmga, che confermano sia avvenuto l’incidente, si rammaricano per quanto sia accaduto ma confermano di aver provveduto ad attivare immediatamente la compagnia assicurativa di riferimento.

Lasorte Trieste 21/06/17 - Largo Mioni 5
Lasorte Trieste 21/06/17 - Largo Mioni 5

Oltre al danno però c’è anche la beffa. La proprietaria dell’immobile andato in fumo, con correttezza, aveva proposto a Mauro e sua moglie di congelare il contratto d’affitto, sospendendo così il pagamento del canone, nella previsione di riattivarlo non appena l’appartamento ritornerà abitabile.

Il paradosso. Ma per il fisco italiano questo non è possibile. «La proprietaria si è informata all’Agenzia delle entrate e sembra che la sospensione non sia possibile se non con complesse procedure burocratiche - spiega l’affittuario - perché in pratica continuerebbe a pagare le tasse anche sugli affitti non incassati».

Lo sfratto. Così la proprietaria si è vista costretta a chiudere il contratto. «A questo punto - spiega Mauro, dipendente nella grande distribuzione - siamo senza residenza con le difficoltà che lascio immaginare».

Ma ritornando al fuoco che ha aggredito la casa, da una prima ricostruzione sembra che l’incendio nell’appartamento di Mauro e Patrizia sia stato generato dal cortocircuito del disco rigido del computer. Il sovraccarico ha fatto saltare il disco. Una scintilla è finita sui alcuni documenti cartacei che la famiglia aveva preparato per presentare la dichiarazione dei redditi, e le fiamme hanno iniziato a divampare andando ad intaccare il solaio, che ha ceduto.

A dare l’allarme e innescare l’arrivo dei vigili del fuoco è stato un uomo che, passeggiando con il cane nella vicina via della Tesa, si è accorto che da quell’appartamento usciva del denso fumo nero. La rete che fornisce l’energia elettrica a quel grattacielo, che conta una cinquantina di appartamenti, è suddivisa in più linee. La linea che si è fusa è quella dal sesto al nono piano. Chi risiede in quella parte dell’immobile si è accorto che le televisioni, anche quelle in stand by, si erano bruciate così come lavatrici, computer, lavastoviglie, frigoriferi. Da quel momento è scattata una serie di telefonate all’amministratore del condominio che denunciavano un problema alla linea elettrica e il botto causato da alcuni elettrodomestici in cortocircuito. «Nessuno della mia famiglia era a casa - racconta Mauro - e l’incendio ha intaccato il solaio che, crollando, ha soffocato in parte le fiamme ma il fuoco ha continuato a inghiottire tutto quello che c’era, generando un calore tale che tutti gli elementi in plastica si sono squagliati, inclusi gli interruttori elettrici».

Le richieste della famiglia. I periti delle assicurazioni coinvolte hanno già iniziato i rilievi. Nei prossimi giorni una ditta specializzata farà la bonifica. Ci vorranno mesi affinché l’abitazione torni abitabile. «Noi intanto dovremo ricomperarci tutto e cercare una nuova abitazione - sostiene Mauro - per questo chiedo se sia possibile avere almeno un anticipo sul risarcimento per quanto abbiamo perso».
 

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