Trieste, Grandi Molini e Comune in guerra per l’Ici

Finisce in Cassazione la controversia legata a immobili in concessione nell’area portuale. In ballo mezzo milione di euro
I silos della Grandi Molini in Porto nuovo
I silos della Grandi Molini in Porto nuovo

TRIESTE Una faccenda tributaria molto italica e piuttosto intricata che si trascina perlomeno dal 2007 e che periodicamente riemerge, soprattutto in vista degli approdi giudiziari. Si tratta della tenzone che oppone il Comune di Trieste ai concessionari demaniali del porto riguardo il pagamento dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili): il Comune la accerta e la vuole incassare, la controparte non è d’accordo e resiste.

Scaduto l’ultimatum per Grandi molini

Sono in ballo cifre rilevanti, che il Municipio tergestino stima tra il milione e mezzo e i due milioni di euro all’anno, per una buona metà di pertinenza comunale. La pretesa è assolutamente trasversale, in quanto è stata sostenuta dal Dipiazza II-III, così come dall’esecutivo cosoliniano.

Stavolta, a riportare alla pubblica attenzione la questione, è la Grandi Molini Italiani, che, avendo perso due volte prima avanti la Commissione tributaria provinciale poi avanti quella regionale, ha presentato ricorso in Cassazione. Non è una bazzecola, perché i tre accertamenti del Comune ammontano in tutto a circa 500mila euro.

I concessionari vincono la “guerra” L’Imu sui magazzini non si paga

Allora nella riunione dello scorso 12 dicembre la giunta Dipiazza III ha deliberato, su proposta dell’assessore al Bilancio Giorgio Rossi, di costituirsi in giudizio e ha affidato l’incarico legale allo Studio Uckmar, che ha già patrocinato il Municipio triestino su questo e su altri casi di natura fiscale (vedi Tarsu). A tale fine, per fruire della competenza dell’avvocato Caterina Corrado Oliva iscritta nel foro genovese, è stata impegnata la cifra di 28 mila euro.

Una settimana prima della delibera, il 5 dicembre, si era spento all’età di 91 anni Viktor Uckmar, al cui nome era legato il prestigioso studio: è stato uno dei più famosi tributaristi italiani, di famiglia giuliana, aveva insegnato nelle Università di Genova e alla Luiss. Aveva ricevuto dal Comune il sigillo trecentesco.

Imu portuale, resa dei conti in Cassazione

Torniamo al punto. L’assessore Rossi, il vicesegretario generale Fabio Lorenzut, il responsabile dell’Area finanza-tributi Vincenzo Di Maggio hanno ritessuto il lungo filo di questa storia, che dal punto di vista normativo parte dal 1° gennaio 2001, cioè quando entra in vigore la legge 388/2000, la quale dispone che anche i concessionari di beni demaniali debbano pagare l’Ici.

L’imposta viene determinata in base alla rendita catastale: qui - secondo la narrazione comunale - s’accende il contenzioso. Perché se l’accatastamento avviene in classe E, con semplice riferimento al servizio di carico/scarico merci, l’edificio è esente dall’Ici. Se invece l’accatastamento del bene avviene in classe D, esso concerne l’attività di trasformazione e stoccaggio delle merci, quindi è soggetto al pagamento dell’Ici.

Il Comune di Trieste in giudizio per avere l’ex Ici dalle aziende in porto

La disputa si fa delicata perché incrocia rapporti inter-istituzionali. Il Comune, appoggiato dall’Agenzia delle Entrate, ritiene che l’amministrazione portuale inclini ad accatastare nella classe E, per evitare che i concessionari paghino più tasse e fare invece in modo che i beni interessati siano conseguentemente più attrattivi. Fatto sta che nel 2007 il Comune ha iniziato la verifica dei pagamenti, attività proseguita negli anni successivi.

Ma le discordanze sulle classi catastali hanno causato - prosegue l’interpretazione del Municipio - molte inadempienze e così molti avvisi, emessi dal Comune, non sono stati pagati. A questo si aggiungono le differenti valutazioni che possono verificarsi da porto a porto, per cui il pagamento dell’Ici non è oggetto di un approccio standard.

Rossi, Lorenzut, Di Maggio rammentano che finora il Comune ha avuto quasi sempre ragione nei vari gradi di giudizio e che ormai esiste ampia giurisprudenza sul tema. Grandi Molini ha deciso di arrivare fino in Cassazione: la partita è seria perché - come riporta il testo della delibera comunale - «un’eventuale pronuncia ... che dovesse accogliere l’avversaria tesi avrebbe importanti e, forse, definitive conseguenze su tutto il contenzioso in tema di tributi locali e Porto di Trieste».

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