Trieste, Gorizia e la Carnia pagano lo scotto del taglio dei parlamentari
TRIESTE Fusione del collegio della Camera di Trieste e Gorizia, un solo collegio uninominale regionale per il Senato e nessuna garanzia per la minoranza slovena, che si ritiene tutelata solo perché raggruppata in un unico territorio elettorale. Sono queste le principali novità per il Fvg, contenute nello schema di decreto che il Consiglio dei ministri ha approvato nell’ambito della riforma della legge elettorale allo studio del Parlamento. Il testo contiene il perimetro delle circoscrizioni con cui i cittadini della regione saranno chiamati al voto per eleggere il prossimo Parlamento, trasformato dalla riduzione degli eletti sancita dal referendum. Si passa a 400 deputati e 200 senatori: per il Fvg significa ridurre da 20 a 12 la rappresentanza a Roma: otto eletti alla Camera e quattro al Senato. Il decreto disegna il nuovo assetto dei collegi. Per Montecitorio ci saranno tre uninominali, rispettivamente di Trieste-Gorizia, Udine e Pordenone. Quest’ultimo integrato con la montagna friulana. Per la Camera si voteranno inoltre cinque deputati con il proporzionale, all’interno di una circoscrizione comprendente tutto il Fvg. Per Palazzo Madama il collegio sarà regionale sia per l’uninominale che per il proporzionale: si eleggerà un senatore con il maggioritario e altri tre saranno scelti con il listino plurinominale.
Con la norma precedente da 20 parlamentari, il Fvg contava cinque uninominali alla Camera (Trieste, Gorizia, Udine, Pordenone e Tolmezzo), due al Senato (Trieste-Gorizia e Udine-Pordenone), oltre a otto deputati e cinque senatori eletti su base proporzionale in una circoscrizione unica regionale. Gorizia e la montagna pagano il prezzo peggiore al taglio degli eletti.
Lo schema non prevede al momento tutele specifiche sull’elezione di un rappresentante sloveno: quel “diritto di tribuna” richiesto a gran voce dalla minoranza e da Lubiana. Ci si limita a specificare che «nella circoscrizione Friuli-Venezia Giulia (scritto ancora col trattino, ndr)» il collegio delle ex province di Trieste e Gorizia «comprende circa il 90% della popolazione residente nei comuni abitati dalla minoranza linguistica slovena, rispettando il parametro della delega che richiede che uno dei collegi uninominali sia costituito in modo da favorire l’accesso alla rappresentanza dei candidati espressione della minoranza linguistica slovena». Ma saranno ancora una volta i partiti a dover agevolare l’elezione, candidando volontariamente un esponente sloveno.
Il decreto motiva inoltre lo strano accorpamento della Destra Tagliamento con la montagna friulana. L’ex provincia di Udine «ha una popolazione superiore alla soglia massima per costituire un collegio uninominale mono-provinciale, ma insufficiente a formarne due»: da qui la decisione di unire Tolmezzo e Tarvisio a Pordenone. Dice espressamente il testo: «Per il necessario rispetto delle soglie demografiche, la Carnia viene distaccata dal suo capoluogo naturale e dal suo contesto storico».—
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