Trieste, gli scontri tra bande arrivano a Palazzo
TRIESTE Oggi, martedì 23 giugno, un vertice in prefettura con il sindaco Roberto Cosolini e le forze dell’ordine. E presto, probabilmente lunedì 29 giugno, un confronto il Consiglio comunale. Gli scontri in centro di dieci giorni fa hanno prodotto un prevedibile riflesso sulla politica cittadina (e non solo). Gli esponenti del centrodestra, capitanati dal capogruppo pidiellino Lorenzo Giorgi, hanno preparato una mozione in cui si chiede al Comune di intensificare la presenza della municipale in città e di prendere i contatti con i vertici delle forze dell’ordine per assicurarsi presidi più assidui. La mozione è stata discussa ieri anche dalla commissione dei capigruppo che ne ha approvato il carattere urgente decidendo però che la mozione stessa passi prima per la commissione competente. Nel frattempo il comandante dei vigili Sergio Abate commenta: «Si può parlare di una diversa distribuzione, ma schierare più personale è impossibile. Non ne abbiamo».
La mozione Il testo è stato presentato in mattinata dallo stesso Giorgi, affiancato dal capogruppo di Fi Everest Bertoli e dai consiglieri delle liste autonome Alfredo Cannataro, Carlo Grilli e Michele Lobianco (tra i firmatari c’è anche Manuela Declich, Pdl). La mozione impegna il sindaco «a intensificare la presenza sul territorio della polizia locale con l’aumento, da subito, degli agenti impegnati in strada», e «a rapportarsi con i responsabili delle forze dell’ordine per chiedere analogamente un maggior sforzo in termini di presenze effettive sul territorio», eventualmente anche attraverso un coordinamento «interforze».
L’ira del centrodestra Giorgi si è presentato alla conferenza stampa portando una bomboletta spray e una spranga di metallo: «Writers e bande non sono fenomeni paragonabili, come fa il sindaco per minimizzare. Episodi di violenza e furti sono in continuo aumento e pensiamo che sia dovere della giunta attivarsi per impedire che si arrivi al fallimento della politica: ovvero quando i cittadini pensano di dover fare da sé». Il pidiellino ha poi specificato che «per noi è indifferente che gli autori degli atti siano italiani o stranieri, il discorso vale comunque». Lobianco ha premesso di «non voler fare il “ministro del terrore” interpretato da Antonio Albanese» ma «non si può più dire che Trieste è un’isola felice: rischiamo di fare la fine della rana nella pentola sul fuoco che non s’accorge del calore che sale e viene bollita». Per Cannataro «è nostro dovere rispondere al programma e alle volontà dei cittadini». Per Grilli «in città cresce un’inedita preoccupazione. Il fatto che siano nate iniziative pacifiche dei cittadini ci spinge ad assumerci le nostre responsabilità». Per Bertoli «è vergognoso che in un momento simile otto volanti di vigili al giorno presidino via Mazzini. Le statistiche per Trieste sono in picchiata, ma la sicurezza non è solo numeri: sta anche nella percezione dei cittadini e il Comune può fare molto».
I capigruppo Il testo è stato vagliato ieri mattina dalla commissione dei capigruppo che ha deciso di approvare il carattere di urgenza della mozione, imponendo però un suo passaggio in commissione. Così Marco Toncelli, capogruppo Pd: «Io e Roberto Decarli di Trieste cambia abbiamo ritenuto necessario un momento ulteriore di riflessione, perché i contatti con le forze dell’ordine sono già stati presi, il Viale è presidiato da polizia e carabinieri e forse la mozione chiede alcune cose che si sono già verificate». Il testo sarà il primo a essere esaminato nel prossimo Consiglio comunale, con tutta probabilità lunedì.
Il comandante Il capo della polizia locale Sergio Abate commenta: «Non ho visto il testo in questione, ma se ci chiedono di mettere più agenti nelle strade posso dire fin d’ora che abbiamo schierato lo schierabile. Se poi me ne danno di cartone lo faccio volentieri». Secondo il comandante «si può parlare di una diversa distribuzione sul territorio, e se il sindaco darà direttive in tal senso lo faremo. Aumentare i numeri, purtroppo, è impossibile: le altre forze dell’ordine possono avere rinforzi, noi siamo quelli che siamo».
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