Trieste: gli islamici alla ricerca di una moschea
Anche Trieste è pronta a ospitare, tra i luoghi di culto di altre religioni, una moschea. I tempi non saranno brevi ma la strada è stata imboccata, anche se finora da parte della comunità islamica cittadina non c’è stata ancora una richiesta formale al Comune. Ma ne hanno intanto discusso in termini costruttivi. Una strada probabilmente lunga ma che appare a senso unico: non si torna indietro. Lo dicono i tempi e i numeri.
A Trieste, come ormai in tutta Italia, in tutta l’Europa dell’Ovest, la presenza di stranieri aumenta di anno in anno, di mese in mese. Una presenza ormai evidente nella vita quotidiana di ogni residente, anche in città. D’altra parte non c’è ragione perché i musulmani che vivono a Trieste e nella sua provincia non debbano avere, al pari dei credenti di altre religioni e in una città tradizionalmente cosmopolita e che già ospita fedeli che moltissimi credi, non debbano avere un luogo nel quale raccogliersi in preghiera.
«I locali del nostro Centro culturale islamico sono ormai decisamente inadatti, troppo piccoli per le esigenze di una comunità che continua a crescere» aveva spiegato già durante il Ramadan, il sacro mese del digiuno islamico, il presidente Saleh Igbarià. «Cerchiamo di evitare ogni disagio possibile ai residenti - aveva aggiunto - ma è indubbio che l’attività culturale e religiosa, con il suo via vai di persone in via Pascoli, possa risultare a volte ingombrante». Un’analisi difficilmente smentibile, posto che la comunità di fede maomettana conta ormai circa 3mila persone e che i frequentatori abituali del centro sono più o meno un terzo.
Finora, in ogni caso, non vi è stata alcuna richiesta ufficiale all’amministrazione cittadina per richiedere spazi o agevolazioni per la nascita di una moschea anche se, come ha già sottolineato Aziz El Barikhi, giovane imam marocchino da più di 10 anni a Trieste e più di 20 in Italia, «ormai è tempo che una comunità bene integrata come la nostra possa avere un luogo dove pregare e riunirsi».
Un’aspettativa che la giunta Cosolini giudica legittima, naturale. «Non abbiamo avuto incontri formali - dichiara la vicesindaco Fabiana Martini - ma siamo a conoscenza di tale realtà e di tale esigenza. Io stessa sono andata a visitare il Centro di via Pascoli: in effetti è angusto. Poste le note difficoltà finanziarie attuali, da parte della giunta vi è la massima disponibilità a venire incontro a tali esigenze».
Lo conferma anche l’assessore con delega all’urbanistica Elena Marchigiani: «In questi casi le esigenze sono, ovviamente, particolari, con la necessità di spazi adeguati ma anche di una location servita dai mezzi di trasporto». In alternativa a un edificio di proprietà o nella disponibilità del Comune, i musulmani di Trieste potrebbero sempre ricorrere al mercato immobiliare privato. Certo i costi lieviterebbero ma i tempi di realizzazione della moschea, se non più brevi, sarebbero almeno meno incerti. Secondo indiscrezioni, la comunità sarebbe interessata all’area dell’ex albergo Obelisco.
«Non ho sicuramente alcuna contrarietà di principio - dichiara il sindaco Roberto Cosolini - a una moschea a Trieste, una città che nel corso della sua storia proprio con l’interculturalità religiosa ha integrato diverse comunità di stranieri». Il primo cittadino ritiene che «non vi sia nulla di scandaloso in tale progetto. Ne discuteremo. Sono favorevole a ogni iniziativa che possa fare diventare i residenti dei cittadini bene integrati nella loro città».
Intanto il presidente della comunità Igbarià richiama al realismo: «Alcuni fratelli, comprensibilmente, si rallegrano all’idea ma la realizzazione della nostra moschea richiede tempi ancora piuttosto lunghi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo