Trieste, gioielliere trovato morto dopo la rapina nella villa

TRIESTE. Lo hanno trovato senza vita, riverso al suolo, nel freddo del suo giardino. Sul corpo di Aldo Carli, triestino di 75 anni, gioielliere in pensione, evidenti segni di percosse, brutali tracce di interminabili minuti di calvario subiti da malviventi senza scrupoli. Il giallo di una morte che lascia diversi inquietanti interrogativi, misteri che gli inquirenti stanno cercando di svelare, per una rapina finita nel peggiore dei modi. La villetta dov’è avvenuto il fatto si trova in via del Refosco a Opicina, sul Carso triestino. Una costruzione a due piani immersa nel verde in una zona residenziale con molte ville isolate e lotti edificabili, dove diverse ditte edili stanno svolgendo lavori di costruzione. Sono stati proprio due operai di una di queste imprese a notare che nel giardino della villa, in prossimità del cantiere di lavoro dove da poco avevano iniziato il loro turno, c’era qualcosa di strano. «Come un manichino abbandonato nel giardino», ha dichiarato uno degli operai, tra i primi a rinvenire il cadavere.
Erano da poco passate le 8, gli operai per curiosità si sono avvicinati percorrendo i circa 15 metri che separano il cantiere dal muro perimetrale della villetta. Poi la macabra scoperta. Quello che giaceva a poca distanza da loro non era un manichino ma il corpo di un uomo. I due operai, padre e figlio, si sono avvicinati al cancello d’ingresso della casa e hanno citofonato. Dopo pochi secondi sul terrazzo della casetta è uscita una donna di 62 anni, la moglie di Aldo Carli. I due uomini hanno spiegato alla donna che c’era una persona accasciata in giardino. In preda a una forte agitazione ha subito aperto il cancello facendo entrare i due operai che si sono precipitati verso la persona riversa al suolo.
«L’ho toccato, ho cercato il polso per vedere se fosse ancora vivo ma non ho sentito nulla. Aveva il volto tumefatto dalle botte e segni sui polsi.
Il suo corpo era ancora caldo, ma purtroppo non abbiamo fatto in tempo», ha spiegato uno dei due operai. Di lì a poco, anche il ritrovamento della madre novantaquattrenne, al piano terra della villetta dove viveva e dove era accudita, soprattutto durante le ore serali dal figlio Aldo. La donna presentava sul volto diversi traumi da schiacciamento, come se le avessero premuto qualcosa sul viso per non farla gridare o per tentare di soffocarla. I polsi segnati da legacci con i quali forse era stata immobilizzata.
La donna, seppur ferita, era viva. Anche se profondamente provata dallo choc subito. I soccorsi sono giunti sul posto con un’auto medicalizzata e un’ambulanza. I medici nulla hanno potuto fare per Aldo Carli se non constatarne il decesso. L’anziana madre, medicata sul posto, è stata poi trasportata in codice verde al pronto soccorso dell’ospedale di Cattinara per le cure del caso, per accertamenti e sotto stretta osservazione.
Nel giro di pochissimi minuti sul posto sono giunte alcune volanti della polizia e la squadra mobile. In un secondo momento sono arrivati la polizia scientifica e il medico legale. Gli inquirenti si sono trincerati dietro uno strettissimo riserbo, con una scena del delitto “complessa”. Sembra infatti che i rapinatori abbiano messo completamente a soqquadro l’appartamento producendo diversi danni dopo aver malmenato brutalmente l’anziana e il figlio, fino a procurarne la morte.
Così sembra, ma la conferma di questa ricostruzione potrà arrivare solo dagli esami autoptici. Esami che cercheranno di accertare soprattutto se a uccidere Aldo Carli sia stato un malore causato dalle violenze subite o un deliberato atto omicida. Dalle prime indiscrezioni sembra infatti che il cadavere presentasse segni di strangolamento sul collo. Cosa che lascerebbe ipotizzare un delitto. Lo avrebbero soffocato. Sono diversi gli interrogativi ai quali gli inquirenti stanno cercando di dare risposta, come la presenza in giardino del corpo dell’uomo. I rapinatori si sono mossi in silenzio: nessuno sembra infatti aver sentito nulla. Né i vicini, né la moglie dell’anziano che vive al primo piano.
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