Trieste, giardino di villa Necker aperto a tutti: Comune ed Esercito tornano a trattare

Sopralluogo di Dipiazza col generale Bertocchi: vanno definiti i confini tra sede militare e futuro parco pubblico
Uno scorcio del giardino di Villa Necker visto da viale Terza armata. Dopo anni di annunci e promesse potrebbe avvicinarsi davvero il momento dell’apertura al pubblico
Uno scorcio del giardino di Villa Necker visto da viale Terza armata. Dopo anni di annunci e promesse potrebbe avvicinarsi davvero il momento dell’apertura al pubblico

TRIESTE Il parco di villa Necker, sede del Comando militare dell’Esercito “Friuli Venezia Giulia”, stretto tra via dell’Università, via Belpoggio e viale Terza Armata, aperto e a disposizione dei cittadini? L’idea - un revival già sentito anni or sono, e cavalcato a suo tempo con decisione pure dall’ex giunta Cosolini - sta tornando prepotentemente d’attualità.

Il progetto, che tuttavia resta di non facile e immediata realizzazione, è stato al centro di un sopralluogo da parte del sindaco Roberto Dipiazza con il generale di brigata Andrea Bertocchi, a capo del comando. «Mi ero già mosso nell’altro mio mandato (dal 2006 al 2011, ndr) però poi abbiamo dovuto affrontare il problema del muro di sostegno perimetrale che confina con viale Terza Armata, che doveva essere ripristinato», sottolinea lo stesso Dipiazza: «Lo abbiamo finanziato con un importo totale di 500 mila euro, diviso tra me e il mio successore Roberto Cosolini. Per questo si era fermato tutto. Ho fatto un sopralluogo con il generale, adesso la pratica è in mano al segretario generale Santi Terranova. L’iter burocratico, però, non è semplice, ma siamo sulla strada buona».

La partita è dunque appena alla fase preliminare. Ma la disponibilità del Comune a prendersi l’onore – sebbene ancora non siano state definiti costi di manutenzione (dieci anni fa, solo per la potatura degli alberi, si spendevano 20 mila euro l’anno), sicurezza e gestione – c’è tutta. In ballo ci sono tre ettari di verde, con tante specie botaniche, che negli ultimi anni, per mancanza di risorse specifiche, sono stati manutenuti dall’attuale concessionario, il Comando stesso, solo in minima parte. Il Comune inoltre potrebbe annettere entrambi o almeno uno dei due campi da tennis presenti. Ma per arrivare a tutto questo bisogna prima capire, bussando anche a Roma, qual è il passaggio da affrontare, essendo il bene demaniale: una concessione, un comodato d’uso o un’acquisizione, ad esempio? Una volta compreso questo, sarà necessario anche individuare quale sarà la delimitazione tra la parte che resterà al Comando - in teoria la stessa villa Necker con il parcheggio retrostante, e villa Italia, l’edificio che ospita il Circolo ufficiali - e quella di pertinenza del Comune.

A definire proprio questo passaggio ci penserà un tecnico comunale, che assieme al Comando si occuperà di delineare le due aree. Si dovrà formulare un progetto, con tanto di spese di manutenzione, trasformazione e riutilizzo, contemplando anche le dovute precauzioni, visto che il parco sarà adiacente a un’area militare. La proposta di gestione del parco da parte del Municipio dovrà passare per il Consiglio comunale. Da sentire saranno anche Soprintendenza o ministero dei Beni culturali, essendo il bene vincolato. Il Comando militare poi dovrà anche rapportarsi con lo Stato Maggiore della Difesa, poiché, in questo caso, è in obbligo di giustificare il motivo per cui si intende privare di una parte di bene che finora ha gestito.

Ma questo - è bene ripeterlo - è l’iter definito solo a grandi linee, tanto che le tempistiche non si possono ancora mettere nero su bianco.

Durante l’era Cosolini era stato l’ex assessore ai Lavori pubblici, l’architetto Andrea Dapretto, a portare avanti il “dossier” di villa Necker, contemporaneamente a un’altra partita, poi andata a buon fine: l’apertura al pubblico di villa Bazzoni, all’epoca sede dell’Osservatorio astronomico. La pratica Necker però si era a un certo punto arenata. «Credo sia una buona intenzione riprendere questo iter», afferma l’ex assessore: «All’epoca, nelle riunioni, avevamo discusso di un possibile “confine”, ma non eravamo mai giunti a un progetto, che dovrebbe appunto inglobare spese di manutenzione, trasformazione e riutilizzo. Il parco al momento non è frequentabile. Deve essere prima messo in sicurezza e pulito, anche per poter capire in questo modo i costi di gestione».—


 

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