Trieste, Friuladria si candida a polo del Nordest. Balzo degli utili
MILANO. La svolta per le banche italiane c’è stata. Resta da capire come accelerare sul fronte della redditività in un contesto economico fatto di crescita limitata e tassi bassi. Dopo che nelle ultime settimane sono arrivati risultati confortanti dalle principali banche italiane (se si esclude Mps, alle prese con una nuova tornata di rettifiche sui crediti), ora tocca agli istituti di minori dimensioni. Ieri Crédit Agricole Friuladria ha comunicato di aver chiuso il primo semestre con un utile netto di 24,7 milioni. Un valore in assoluto limitato, ma che costituisce un balzo in avanti del +30% rispetto ai 19 milioni dello stesso periodo del 2016. Al netto delle poste non operative straordinarie legate al salvataggio degli istituti di credito in difficoltà, l’utile si attesta a 27,1 milioni, miglior risultato semestrale della banca dal 2010.
Segnali positivi arrivano dal fronte dei ricavi (+3%) e dei costi (in calo i principali indicatori su questo versante). Positiva l’evoluzione delle masse totali di impieghi e raccolta, cresciute del 4,1% rispetto al 31 dicembre 2016. Quanto ai crediti verso la clientela, a fine giugno gli impieghi si attestano a 7,16 miliardi di euro, il 5,1% in più di fine 2016. Merito soprattutto dei mutui e in misura minore dei prestiti alle aziende. Rispetto al 30 giugno 2016 sono 2.132 i nuovi contratti di mutuo stipulati con la banca, per un totale di 232 milioni di nuove erogazioni. Di questi, circa due terzi sono stati erogati in Veneto (1.391 mutui per complessivi 158 milioni erogati) e circa un terzo in Friuli Venezia Giulia (741 mutui per complessivi 74 milioni). Molto positiva la performance dei prestiti personali in crescita del 65% anno su anno, con quasi 35 milioni di euro erogati. In questo caso, il Friuli Venezia Giulia ha assorbito 19,6 milioni contro i 15,3 assorbiti dalla regione Veneto. Una crescita trainata sia dalla raccolta diretta, che si attesta a 7,46 miliardi (+5,7% rispetto al fine anno), sia di quella indiretta che sale del 5,3%, arrivando a 7,29 miliardi per effetto del forte sviluppo del risparmio gestito. La presentazione della semestrale è stata l’occasione per fare il punto sull’evoluzione del piano industriale al 2019. Dalla banca ricordano che è in corso la trasformazione delle filiali tradizionali in Agenzia per Te, il modello di servizio evoluto che attualmente è stato adottato in circa un terzo degli sportelli (30 in Friuli Venezia Giulia e 25 in Veneto).
Rispetto all'andamento della clientela, Credit Agricole Frliuladria ha registrato un incremento vistoso in Veneto (+11%, corrispondente a oltre 6.500 nuove posizioni) su un andamento generale in accelerazione di quattro punti. «È ragionevole ritenere - hanno spiegato ieri a Venezia il presidente dell'istituto di Pordenone, Chiara Mio, ed il direttore generale, Roberto Ghisellini- che le nuove posizioni in Veneto provengano esclusivamente o quasi dalla clientela delle ex banche popolari». Per Mio «dopo gli anni della crisi le condizioni economiche del Nordest sono migliorate molto. Siamo a fianco di famiglie e imprese anche nei momenti più difficili della congiuntura, Friuladria può ritenersi uno dei pilastri di questo sistema».
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