Trieste, fondi per telecamere e antifurto solo ai residenti in Fvg da almeno 5 anni
TRIESTE Il “welfare padano” condiziona anche le partite legate alla sicurezza. Il Comune di Trieste ha presentato il nuovo bando per ottenere i contribuiti a fondo perduto con l’obiettivo di consentire, in particolare alle attività produttive, l’installazione di nuovi dispositivi di vigilanza a patto però di essere residenti in regione da almeno 5 anni.
L’iniziativa è stata illustrata dal vicesindaco Paolo Polidori: «Complessivamente sono a disposizione 311 mila euro - ha spiegato - di cui 191 mila euro rivolti alle attività produttive. Sono poi previsti budget da 30 mila euro per le domande che perverranno dai privati, dai condomini, da impianti sportivi, scuole ed enti religiosi. Potremo andare a modulare le risorse anche sulla base delle domande che arriveranno. Abbiamo scelto di privilegiare le attività produttive (fino a un massimo di 10 milioni di euro di fatturato, ndr) in quanto maggiormente colpite dalla crisi dopo l’emergenza Covid».
Il bando è rivolto ad interventi effettuati esclusivamente nel 2020, basterà presentare la fattura - entro il 30 gennaio 2021 - datata nel periodo primo gennaio 2020, 31 dicembre 2020, e poi in base a certi criteri, tra cui l’Isee per i privati o il numero di appartamenti per i condomini, verrà stilata una graduatoria. I fondi sono stati stanziati dalla Regione, un provvedimento che ha quattro anni, e prevedono la copertura a fondo perduto del 60% della spesa compresa tra mille e tremila euro. In sostanza il rimborso massimo è di 1.800 euro anche a fronte di lavori per 10 mila euro.
Al momento, va detto, non si registra una crescita dei reati dopo la chiusura del Covid con la quarantena per tutti i cittadini: «A sensazione, e in attesa dei dati che arriveranno a fine anno - ha spiegato il comandante della Polizia locale Walter Milocchi -, possiamo dire che il numero di alcuni reati è diminuito rispetto al periodo pre Covid e si è pressoché azzerato durante la pandemia. Penso in particolare ai furti negli appartamenti o al taccheggio nei negozi. Le motivazioni sono legate a una presenza maggiore dei cittadini, molti dei quali ancora in regime di smart working. Quanto al calo di furti nei negozi, va detto che con gli ingressi contingentati è più difficile agire indisturbati».
«Il criterio più importanti per accedere al contributo - ha spiegato Polidori - sarà la residenza in Fvg per almeno cinque anni negli ultimi otto. Potranno presentare domande le persone fisiche, i cittadini italiani o appartenenti all’Unione Europa, ma soggiornanti in Italia. L’installazione dei sistemi di sicurezza dovrà essere fatta nel comune di Trieste».
L’adeguamento è legato alle norme promosse dalla giunta regionale con l’insediamento di Massimiliano Fedriga il quale ha portato da due a cinque gli anni di residenza obbligatoria in regione per poter presentare domanda di casa Ater o accedere alla maggioranza dei contributi. Bisognerà inoltre essere in regola con i pagamenti di imposte e tributi. Quanto alle tipologie di interventi ammessi al contributo, rintrano nell’elenco sistemi di allarme, antifurto, antirapina e intrusione, installazione di videocamere, videocitofonia, e serramenti - finestre e porte - blindati. Non è invece previsto il rimborso per contratti con istituti di vigilanza o casseforti. —
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