Trieste, Flex lascerà a casa 60 interinali

Confermate le preoccupazioni di Fiom e Uilm: l’azienda ridurrà l’organico in aprile passando da 710 a 650 addetti
Foto Bruni 25.04.15 Alcatel: manifestazione con sindacati dalla Serracchiani
Foto Bruni 25.04.15 Alcatel: manifestazione con sindacati dalla Serracchiani

TRIESTE Le preoccupazioni dei sindacati non erano infondate, perchè tra aprile e maggio Flex, speciualizzata in prodotti elettronici, ricalibrerà gli organici, molto ampliati nell’ultimo trimestre dello scorso anno, e lascerà a casa una sessantina di lavoratori interinali. La notizia negativa è in parte bilanciata da una positiva: la commessa Enel, ripetutamente rinviata, andrà in produzione a maggio.

Azienda e sindacati, rappresentati da Fiom e Uilm che hanno le “rsu” nello stabilimento in Zona industriale, si sono confrontati ieri pomeriggio: all’ordine del giorno c’era il contratto integrativo ma la discussione si è per buona parte incentrata sul quadro produttivo-occupazionale. E le voci allarmate, che i sindacati avevano raccolto in fabbrica, hanno trovato parziale conferma: oggi alla Flex lavorano 710 unità, delle quali circa 400 sono assunte e circa 300 sono le “somministrate”; invece nel secondo trimestre l’azienda riorganizzerà il personale, assestando l’organico attorno ai 650 addetti.

Flex era rappresentata dal manager commerciale Luca Vittuari, dal direttore dello stabilimento Marco Colombo e dalla responsabile del personale Silvia Sforzini. Dall’altra parte del tavolo il segretario della Fiom Sasha Colautti, il collega della Uilm Antonio Rodà, insieme alle rispettive “rsu”.

Il punto scriminante della comunicazione aziendale ruota attorno al fatto che non è facile trovare nuova clientela, in grado di sottrarre Flex dalla dipendenza da Nokia. Ricordiamo che nella primavera 2015 Nokia ha dapprima acquisito Alcatel Lucent, allora proprietaria della fabbrica triestina, e ha poi ceduto alla multinazionale nordamericana Flextronics il sito in Zona industriale. Enel rappresenterebbe la prima diversificazione commerciale, ma occorrono altre opportunità: la dirigenza Flex sta lavorando attorno ad altri cantieri, non necessariamente legati alla fibra ottica.

Alla luce dello stentato decollo dello stabilimento triestino, Fiom e Uilm vogliono coprirsi le spalle, preoccupate dall’andirivieni di interinali: per questo premono per una convocazione al ministero dello Sviluppo Economico, che dovrebbe avvenire tra febbraio e marzo. Ma Colautti e Rodà chiedono che si concretizzi anche l’impegno della Regione Fvg, la quale, con il diretto coinvolgimento del governatore Serracchiani, intendeva dar vita a una “start up” in tema di produzioni tecnologiche, insieme ad altre realtà.

Ma - rilevano i sindacalisti - l’intenzione è rimasta tale e si è ancora fermi alla fase progettuale. Fiom e Uilm insistono sull’importanza di Flex, che per numero di addetti è il secondo insediamento industriale triestino, superato solo da Wärtsilä: la tenuta produttiva e occupazionale della fabbrica elettronica sarebbe un rassicurante segnale di buona salute del tessuto economico territoriale.

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