Trieste, finisce la fuga naturista dei genitori di Amina

TRIESTE Avevano scelto di vivere sulle montagne, lontano da comodità e agi, cibandosi di quello che offre la natura e riparandosi in luoghi di fortuna. Lassù in un ricovero nella zona del monte Plauris, in Carnia, sopra Venzone, era anche venuta al mondo, lo scorso giugno, la loro bambina.
Una vicenda, quella della coppia triestina, 24 anni lei, 50 lui, di cui si era molto parlato, perchè la nascita di quella piccola fra i monti era un evento di cui a memoria d’uomo nella zona non c’erano precedenti. La neonata, registrata all’anagrafe del Comune di Venzone, poco dopo la nascita era stata portata a valle e affidata ad altre persone che potessero accudirla, mentre i genitori avevano deciso di perseverare nella loro scelta di vita.
Ora però un altro capitolo si aggiunge alla storia di Roberto e Miriam, che sulle montagne fra Venzone e Moggio Udinese hanno continuato per l’appunto a vivere in quelle condizioni di estrema “naturalità” che stanno loro tanto a cuore.
Tuttavia, dopo numerose segnalazioni fatte da escursionisti di passaggio che riferivano di aver incrociato due persone debilitate e affamate nella zona del monte Sernio, e dopo un summit tra il personale della stazione forestale di Moggio Udinese, della guardia di finanza di Tolmezzo e dei carabinieri della zona (del caso inizialmente era stata interessata anche la stazione forestale di Tolmezzo), hanno deciso che era giunto il momento di procedere per convincerli a scendere a valle.
Così al Clap del Daneit, a quota 1.130 metri, sotto il monte Sernio, dove i due si riparavano in un anfratto (facile immaginare le notti già gelide a quella quota) a oltre tre ore di cammino dall’abitato, ieri si sono dirette proprio le squadre della Forestale, del Soccorso alpino, della Gdf e anche un elicottero della Protezione civile.
La coppia, provata sia dal freddo e che dalla scarsità di cibo (spesso mangiavano quello che ricevevano dagli escursionisti che li incrociavano e saltuariamente ricevevano provviste da conoscenti), già aveva pensato di raggiungere il fondovalle. Ieri è stata così aiutata a raggiungere Moggio Udinese, dove è arrivata percorrendo a bordo dell’elicottero della protezione civile l’ultimo tratto.
Un medico li ha immediatamente visitati trovandoli - riferiscono i soccorritori - in condizioni tutto sommato discrete. Il Comune di Moggio ha subito messo loro a disposizione dei viveri per sfamarli mentre oggi sono attesi alcuni amici che li riaccompagneranno a Trieste, a chiusura (chissà se definitiva) di una scelta di vita iniziata in primavera, oltre sei mesi fa, quando - a quattro settimane dalla nascita della loro bimba, Amina, che sarebbe venuta al mondo in un bivacco alle 5 del mattino del 25 maggio - presero il treno in piazza Libertà e senza una meta precisa partirono verso i monti.

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