A Trieste in duemila a San Luigi per festeggiare la fine del Ramadan

La comunità islamica si è riunita per onorare il periodo di digiuno e carità

Francesca Schillaci
La festa per la fine del Ramadan (Silvano)
La festa per la fine del Ramadan (Silvano)

Sono terminati domenica i trenta giorni di Ramadan per la comunità islamica. Come in passato la grande festa “Eid al-Fitr” si è tenuta nel campo sportivo di San Luigi dalle 8.30 alle 10.30. Secondo la Questura erano presenti circa duemila persone.

La comunità islamica si è riunita per onorare il periodo di digiuno e carità. Tante le nazionalità presenti. C’erano cittadini pakistani, bengalesi, afgani, marocchini, bosniaci, egiziani, palestinesi, ma non solo: tutti vestiti a festa, chi con abiti coloratissimi, chi in tenuta semplice, quotidiana. Giovani, anziani, donne e bambini. Circa 50 le donne presenti, posizionate sempre in fondo al campo sportivo.

 

«Dietro agli uomini o di lato, ma devono essere separate – specifica il presidente della comunità islamica Akmar Omar – come prevede la religione islamica». Prima del banchetto organizzato da volontari per festeggiare la fine del Ramadan, il presidente ha tenuto il discorso di apertura, seguito poi dalla preghiera: «Quest’anno viviamo un contrasto molto forte, è un giorno di festa per tutti i mussulmani che hanno il diritto di gioire dopo un mese di sacrifici, preghiere e rinunce. Ma è anche un giorno pieno di angoscia e dolore per i crimini di guerra che stanno accadendo a Gaza, ai nostri fratelli palestinesi».

La festa per la fine del Ramadan a Trieste (Silvano)
La festa per la fine del Ramadan a Trieste (Silvano)

«Ieri quando mi sono seduto per scrivere il discorso di oggi, – continua Akmar Omar – mi sono accorto che non sarebbe stato diverso da quello dell’anno scorso, tranne per una cosa: dovevo aggiornare i numeri dei morti; che stanno aumentando». Un discorso impegnato, nel quale il presidente ha sottolineato l’importanza di essere mussulmani «nel modo giusto», ricordando: «Quest’anno abbiamo donato 10 mila pasti caldi ai poveri bisognosi, e abbiamo raccolto oltre 10 mila euro per permettere alle persone in difficoltà economica di festeggiare oggi».

La cultura islamica, infatti, prevede che durante il periodo di Ramadan «vengano offerti 7 euro per ogni membro della famiglia che vengono distribuiti prima della festa ai più poveri».

«Abbiamo il dovere di donare – prosegue – ma anche di nominare i morti che aumentano. Mi auguravo di arrivare quest’anno senza più guerre, invece i crimini aumentano. Da 32 mila morti palestinesi, oggi siamo oltre 50 mila, di cui 15 mila donne e 17 mila bambini. Il mondo, tutto, si sta comportando in modo vigliacco. Se muore un bambino israeliano tutti si muovono, come è giusto che sia, ma perché non avviene anche con i palestinesi? La loro vita vale come quella degli altri e chi lotta per questa verità viene oggi considerato un antisemita».

Al campo sportivo di San Luigi era presente anche il presidente del Consiglio comunale Francesco di Paola Panteca che ha ricordato «l’urgenza del rispetto reciproco». Un rispetto che, come ha precisato la vicepresidente Nurah Omar, le donne dell’associazione islamica «hanno sostenuto con l’accoglienza a chi è qua senza la sua famiglia e cerca conforto, unione e affetto». «È un nostro dovere garantirlo» Ha sottolineato Nurah.

Infine è stato ricordato che ad oggi, la comunità islamica di Trieste conta circa 6 mila persone, ma il numero è in aumento». —

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