Trieste, feste illegali e assembramenti nel mirino di “sceriffi” social
TRIESTE C’è una festa in una casa? Troppe persone a cena? Un assembramento fuori da un locale pubblico? Attenzione. Segnalazioni, e pure foto, potrebbero arrivare sui social attraverso l’occhio vigile di chi, ormai dallo scorso lockdown, ama raccontare qualsiasi tipo di situazione che va contro regole e Dpcm in vigore.
E proprio in omaggio a questi “controllori” del territorio, è nata la pagina Facebook “Diventa anche ti un Scerifo de Feisbuk”, tutta triestina, dove da mesi vengono condivise lamentele e proteste del popolo social. Scorrendo tra i post pubblicati, sempre all’insegna dell’ironia, c’è un po’ di tutto, tra chi bacchetta i trasgressori, chi consiglia comportamenti consoni al periodo, chi chiede suggerimenti su come punire chi non rispetta i Dpcm o chi, semplicemente, scrive per esprimere indignazione.
La scure si abbatte soprattutto su chi si ritrova nelle abitazioni. «Il mio vicino di casa – scrive un utente – porta birre e superalcolici, sospetto voglia fare un festino, cosa faccio?».
E ancora. «Zona piazza Foraggi, appartamento con 10 ragazzi dai 19 ai 21 anni – si legge poi – ore 22, sono stato allertato da un vicino zelante». Nessuna pietà nemmeno i bambini: «Due allievi di una scuola vengono ogni giorno a pranzo dalla loro nonna che abita nel mio condominio – racconta uno “sceriffo” – vanno su e giù con l’ascensore e non si igienizzano le mani prima di usarlo». O «Fuori dal fornaio i ragazzini si ammassano per comprare la merenda».
La rabbia si scatena anche con i ritrovi fuori dai locali, come una persona che segnala «Soste davanti al bar, mezzi ubriachi, a sputacchiarsi a vicenda». «Quel bar che era chiuso – lamenta un altro – passava le birre ai clienti dalla finestra».
Per un locale un utente segnala cinque persone su un bancone, che definisce “criminali”. C’è poi chi se la prende con i fumatori, che «hanno l’alibi per non usare la mascherina, ma poi camminano senza, con la sigaretta spenta». E poi arrivano anche i consigli di chi pensa di aver trovato soluzioni per contrastare i possibili contagi. «Io bevo l’acqua per strada – scrive una donna – solo quando non c’è gente».
Un uomo invece suggerisce di tenere il carrello dietro quando si è in fila al supermercato, così le persone non possono avvicinarsi troppo. E poi c'è la furia di chi incontra sportivi, all’aperto, senza mascherina. «Tu, ciclista, che sfrecci sul sentiero – scrive un utente bacchettone e incattivito – ho una sola semplice richiesta: cadi». —
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