Trieste, Ferriera sotto attacco: la rivolta degli operai

Lo sfogo dei dipendenti: «Basta spot elettorali sulla pelle di chi lavora». Lunedì Giovanni Arvedi incontra sindacati. Martedì assemblea nell’impianto
Lavoratori all'interno della Ferriera in un'immagine di archivio
Lavoratori all'interno della Ferriera in un'immagine di archivio

TRIESTE «In questi giorni veniamo presi di mira e accusati sui social network di essere gli artefici di tutti i mali della città. Ma questo non possiamo più accettarlo così come riteniamo inammissibile l’ennesima campagna elettorale che si vuole giocare sulla pelle dei lavoratori della Ferriera e sui cittadini». Ora ad alzare la voce sono i dipendenti di Siderurgica Triestina e lo fanno attraverso un comunicato congiunto di tutte e quattro le sigle sindacali che li rappresentano: Fim, Fiom, Uilm e Failms.

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L'area della Ferriera di Servola

I lavoratori si rifanno ai recenti casi accaduti alla Fincantieri di Monfalcone e all’Ilva di Taranto dove si verificano «situazioni irrazionali che rischiano di mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e obbligano il Governo ad adottare strumenti straordinari per ripristinare la continuità lavorativa. Purtroppo nemmeno Trieste - affermano - è estranea a questo schema». I dipendenti sostengono di concordare sul fatto che «la questione ambientale deve essere al centro degli interventi del Gruppo Arvedi» e che «la riqualificazione degli impianti e gli investimenti legati all’ambiente sono il primo elemento di misurazione della validità del progetto industriale. Ma l’operato dell’azienda - sottolineano - va giudicato al compimento di tutti gli interventi programmati. La salute merita la massima attenzione così come il lavoro, tanto più in una città come Trieste - continua la nota dei sindacati - dove l’effetto della crisi economica è ancora evidente con numeri di disoccupazione senza precedenti. Respingeremo dunque con forza ogni attacco strumentale - concludono i lavoratori - a due valori fondamentali di una società civile quali lavoro e salute».

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La Ferriera di Servola

Ancora più dura la presa di posizione di Adriano Sincovich, segretario provinciale Cgil che chiude una nota affermando che il suo sindacato «non è disponibile a perdere l’occasione straordinaria che si può cogliere e i 750 posti di lavoro previsti». La Cgil sottolinea che «è stato definito un percorso di risanamento ambientale e rilancio industriale a fronte di impegni dello Stato e del Gruppo Arvedi. Non percorrere questa strada significa non fare il risanamento ambientale o non definire una risposta occupazionale non solo agli attuali dipendenti, ma anche a centinaia di possibili nuovi occupati per cui - conclude Sincovich - i primi attori della vicenda, istituzioni e azienda, devono dare certezze che quel processo di riqualificazione va avanti superando eventuali incertezze. A garanzia di ciò va data serenità alla popolazione con studi epidemiologici adeguati fatti dalle istituzioni a ciò preposte».

Ma proprio per tranquillizzare le forze sindacali sarà lunedì a Trieste il cavalier Giovanni Arvedi, fondatore e presidente del Gruppo. Non solo incontrerà i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil e cioé Gianfranco Belci, Giovanni Fania e Giacinto Menis, ma li condurrà anche in una visita guidata all’interno dello stabilimento per illustrare gli interventi già messi in atto e quelli previsti nei prossimi mesi. Poi si confronterà anche con i segretari di categoria e i rappresentanti aziendali. Martedì poi all’interno dello stabilimento è prevista un’assemblea, che riguarderà anche gli accordi e i trattamenti economici e che non si prospetta per niente tranquilla.

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Lo stabilimento della Ferriera di Servola

In molti dipendenti infatti si sta affacciando il timore che di fronte agli attacchi concentrici alla gestione dell’azienda, Siderurgica Triestina finirà con il dismettere l’area a caldo con conseguente crollo dei posti di lavoro. Ciò sebbene non più tardi di tre giorni fa in un incontro con le rsu il presidente e amministratore delegato di St Andrea Landini abbia riconfermato il convincimento di andare avanti su tutti gli asset previsti ribadendo comunque che sarà il buon funzionamento del nuovo impianto di aspirazione a dover garantire la sopravvivenza della cokeria. Gli stessi consiglieri provinciali del Pd hanno insistito ieri sul fatto che il senso profondo della mozione approvata l’altra sera dall’intero centrosinistra è che «qualora gli interventi dell'Accordo di programma risultassero alla fine inefficaci, si arriverà alla chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola». A propria volta hanno però specificato che è necessario attendere la fine dell’operazione di risanamento. «Comprendiamo - concludono - l'esasperazione dei residenti che hanno subìto 40 anni di campagna elettorale sul loro diritto alla salute, ma un Accordo di programma così vincolante per l'azienda non c'è mai stato. Ed è sui risultati che prossimi mesi dovremo misurarci».

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