Trieste, febbroni e ambulatori pieni: è un’influenza aggressiva

I medici di base: «Presenze aumentate del 30%nelle nostre strutture, poche le vaccinazioni». Guardia medica allertata
Di Gabriella Ziani
Silvano Trieste 04/02/2012 Le ambulanze trasportano i pazienti geriatrici da Cattinara all' Ospedale Maggiore
Silvano Trieste 04/02/2012 Le ambulanze trasportano i pazienti geriatrici da Cattinara all' Ospedale Maggiore

Febbre fino a 39°, che dura per molti giorni. Medici di famiglia con il 30% in più di pazienti in ambulatorio e richieste di visite a casa. Picchi di 310-350 chiamate alla Guardia medica che entra in funzione la notte e nei weekend. E pertanto da ieri e fin quando l’epidemia non declinerà squadre rinforzate per la città e per l’altopiano.

L’influenza è arrivata, e ha creato allarme per le sue modalità piuttosto aggressive. I primi ad averne notizia sono stati naturalmente i medici di famiglia, gli stessi - come spiega il loro sindacato Fimmg - pronti ad attivarsi con l’Azienda sanitaria per chiedere una più massiccia presenza di dottori per le ore della notte, e per il sabato e la domenica.

«Soprattutto in quest’ultima settimana la situazione è peggiorata, abbiamo avuto un aumento esponenziale di chiamate, di visite e di presenze in ambulatorio - conferma Dino Trento, il medico che della Fimmg è segretario per Trieste -, c’è molta influenza gastrointerinale e a questa si aggiunge quella stagionale, purtroppo a Trieste ci si è vaccinati poco, il 25% in meno rispetto allo scorso anno, e probabilmente anche troppo in ritardo».

A rivolgersi al medico, alla Guardia medica e anche al 118 con tanta sollecitudine non sono i pazienti con malattie croniche, o gli anziani che giustamente si spaventano di più di fronte all’influenza, ma persone di ogni età e genere. «Allarma il fatto - dice Trento - che stavolta la febbre è molto alta, e dura anche tre o quattro giorni. Il consiglio, dopo aver preso i consueti farmaci per abbassare la temperatura, facendo attenzione a bere in abbondanza, è di chiamare il proprio medico se la situazione non migliora dopo un paio di giorni, per una cura individuale».

Intanto l’Azienda sanitaria ha risposto immediatamente all’appello. Da ieri sera, e senza data di scadenza, il servizio della Guardia medica (che ora si chiama Continuità assistenziale) avrà in forze 6 medici anziché 5, mentre altri due medici copriranno rispettivamente l’area di Duino Aurisina e dell’Altipiano Est e di Muggia con l’Altipiano Ovest. Un servizio che va chiamato però solo quando il medico di famiglia non è in orario di servizio, e cioé nei giorni feriali dalle 20 alle 8, nei prefestivi dalle 10 alle 8 del giorno dopo e nei festivi per tutte le 24 ore.

«Nonostante i gravi tagli alla Sanità - afferma la nota della Fimmg - per tutelare il diritto alla salute dei cittadini l’Azienda sanitaria ha prontamente risposto alla nostra richiesta, aumentando l’organico delle squadre di Guardia medica». Già ieri sera si era fatta una proiezione di ben 380 chiamate fino a domattina alle 8, «e ci sono molte persone in lista d’attesa» conferma Trento.

Il virus dell’influenza di quest’anno si è presentato con due ceppi nuovi, preannunciandosi dunque come più aggressivo perché il corpo non è autoimmunizzato da esperienze precedenti. Ma la vaccinazione è cominciata in ritardo per il blocco cautelativo anche in regione lo scorso autunno di uno stock di vaccini che era sembrato difettoso. Trieste aveva un approvigionamento diverso e sicuro, ma osservò la data d’inizio “campagna” uguale per tutti. In più la disaffezione della gente per questa cautela aumenta, nonostante le forti raccomandazioni del ministero della Salute (che tiene un monitoraggio settimanale regione per regione sull’incidenza dei casi d’influenza) e delle Aziende sanitarie.

Naturalmente la “flu” porta molte assenze dal lavoro. A chi si presenta in ambulatorio il medico realizza il certificato “on line” direttamente, con un sistema informatico che finalmente funziona dopo il difficile avvio, mentre per le visite a casa il certificato viene compilato su carta e sarà il dipendente a doverlo inoltrare, come era sempre avvenuto.

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