Trieste, esplosione nella villa: 51enne ucciso da un ordigno

Dario Terzoni è morto nella sua abitazione a Trebiciano: era un appassionato di oggetti bellici della Prima guerra mondiale. Pare ne stesse maneggiando uno sino all’epilogo drammatico

TRIESTE È solo a metà pomeriggio che la dinamica comincia a delinearsi in tutta la sua brutale verità. Dario Terzoni, 51 anni, con molta probabilità è stato dilaniato da una bomba. Non una bombola di gas, come sembrava nel primo mattino di ieri, ma un vero e proprio ordigno che stava maneggiando nel garage della sua villa di Trebiciano. La vittima era un appassionato di oggetti bellici della Prima guerra mondiale che nascondeva abusivamente in casa.


Ma ieri si è sfiorata una strage: avrebbero rischiato la vita anche i vigili del fuoco intervenuti dal distaccamento di Opicina. Quando sono entrati nel box per spegnere l’incendio, si sono trovati davanti non soltanto il cadavere del cinquantunenne, carbonizzato, ma pure una grossa bomba: quella che avrebbe ucciso Terzoni. Sarebbe esploso il detonatore. L’ordigno, sottoposto alle alte temperature dell’incendio, poteva deflagrare e far saltare in aria loro - i pompieri -, l’intera abitazione e quelle intorno. La zona è stata transennata per consentire l’intervento degli artificieri.

Scoppia una bomba nel garage di una villetta: muore un 51enne. A rischio l'intera area

Lo scoppio Siamo a Trebiciano. La chiamata di emergenza arriva ai vigili del fuoco attorno alle 9 e 30. Il botto è stato avvertito dai residenti. «Ho sentito un colpo fortissimo - racconta un vicino - sono corso fuori e ho urlato “cosa succede?”, ma nessuno ha risposto». L’esplosione proviene dal numero civico 289, una villa in fondo a una stradina sterrata che si raggiunge dalla via principale che taglia il paese. Dentro alla casa c’è soltanto il signor Dario. La moglie e le figlie fortunatamente sono via. Lo scoppio trancia il braccio sinistro del cinquantunenne, con cui forse stava toccando l’ordigno, e lo uccide all’istante.

L’ordigno I vigili del fuoco pensano di dover domare un incendio causato da una bombola di gas. La chiamata è per quel motivo. Ma quando sono sul posto, tra il fumo e le fiamme scoprono qualcosa di diverso: accanto al cadavere, c’è una grossa bomba. Un vecchio residuato bellico della Prima guerra mondiale, dal quale - secondo i primi accertamenti - sembra sia scoppiato il detonatore. Se fosse deflagrato per intero, avrebbe provocato l’esplosione di tutta la casa, creando un cratere attorno al giardino con possibili conseguenze per le abitazioni vicine. E, soprattutto, per la squadra di pompieri che opera in quel momento. Questo, almeno, secondo le ricostruzioni. Durante le operazioni di soccorso il pericolo di un ulteriore scoppio dell’ordigno, causato dalla temperatura raggiunta nel garage dalle fiamme, è reale. La bomba viene portata all’esterno dell’abitazione e raffreddata con l’acqua. Un rischio pure questo: lo choc termico avrebbe potuto innescare un ulteriore botto.

Gli artificieri Non appena i pompieri sono nel garage e si accorgono del residuato, allertano gli artificieri. La polizia, in quel momento, è sul posto assieme ai carabinieri e alla forestale. L’area è transennata. Possono passare solo gli investigatori. Alle 12.47 arriva il pubblico ministero Massimo De Bortoli. Ma a causa del forte calore dell’incendio, la casa è dichiarata inagibile e interdetta anche al sopralluogo del magistrato.

Le altre bombe Nell’abitazione della vittima sarebbero stati rinvenuti più ordigni. Due, da quanto risulterebbe, nel garage: quello con il detonatore esploso e uno accanto, più piccolo. Ma nel resto della villa ci sarebbe altro materiale militare. Terzoni era un amatore di pezzi storici della Prima guerra mondiale. «Bombe del genere, inesplose, le trovi in Carso, nell’Isonzo e nel giro di altri collezionisti», commenta un conoscente del cinquantunenne. «Sì, lui aveva questa passione».

I rischi Gli artificieri e i vigili del fuoco hanno decretato l’inagibilità della villa per almeno ventiquattr’ore: è il tempo necessario a stabilizzare la miscela esplosiva all’interno della bomba, che ieri è stata esposta a temperature molto elevate dovute all’incendio. Prima di spostare l’oggetto bellico, bisogna metterlo in sicurezza.

La salma Il corpo dilaniato del cinquantunenne Dario Terzoni non è stato toccato. Da quanto risulta, né gli investigatori, né il medico legale possono avvicinarsi prima che l’abitazione sia dichiarata in sicurezza.

La famiglia Terzoni, di professione bidello in una scuola del Carso, lascia una moglie e due figlie ventenni. Ieri erano lì, davanti alla villa, straziate dal dolore e stravolte dallo choc. C’erano anche gli amici e i residenti che abitano nelle villette circostanti. Increduli. Ammutoliti.

I precedenti A Trebiciano e a Opicina, nei bar, in paese e tra i conoscenti, non si fa altro che parlare di questa disgrazia. E di questa stranezza di Terzoni: le bombe. Che, in passato, gli avrebbe già provocato qualche problema.

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