Trieste, esplode il focolaio della casa di riposo "Hotel Fernetti": due morti e 39 infetti
TRIESTE Nemmeno il tempo di metabolizzare la possibile creazione di una nave-ospedale per gli anziani positivi al coronavirus nelle case di riposo, che Trieste si sveglia con una nuova batosta. Esplode il più grave focolaio finora registrato in una struttura cittadina: dopo i 36 ospiti della Primula, tocca a 41 anziani alloggiati alla residenza polifunzionale Hotel Fernetti. Due sono già morti ma la notizia è emersa solo ieri, visto il rifiuto della proprietà di comunicare con la stampa.
La notizia è confermata dall’Azienda sanitaria, secondo cui risultano inoltre in malattia dieci operatori e cinque ospiti morti nelle settimane precedenti ma non sottoposti a test. L’Hotel Fernetti è stato trasformato cinque anni fa in una casa di riposo privata da 56 posti, che potrebbe essere ora evacuata come accaduto per la Primula, chiusa dal Nas dei Carabinieri e oggetto di un’indagine della Procura, dopo che anche quattro residenti nel palazzo si sono ammalati a causa della promiscuità con utenti e operatori. Il bilancio si aggrava pure in altre realtà.
La direzione di casa Emmaus conta ormai una quarantina di ospiti positivi su 110 e quattro decessi. Con gli ultimi 27 tamponi arrivati ieri (137 eseguiti su circa 350 ospiti), l’Itis rileva poi altri 11 positivi per un totale di 44 ospiti infettati, di cui 4 venuti a mancare, mentre sono più di settanta i dipendenti in malattia.
La Regione attesta una ventina di strutture infettate e le difficoltà gestionali emergono dalle dichiarazioni anonime del responsabile di una delle case di riposo interessate: «Siamo stati lasciati senza indicazioni da parte dell’Azienda sanitaria per troppo tempo, nonostante i solleciti fatti. Queste strutture non sono però gestite da medici, ma da imprenditori o ex commercianti di Ponte rosso».
Quei “jeansinari” che, dopo aver fatto fortuna vendendo vestiti di bassa qualità ai clienti balcanici, hanno spesso reinvestito trasformando vecchi appartamenti del centro in case di riposo. Il vicepresidente Riccardo Riccardi ha più volte criticato il sistema, preannunciando una riforma del settore a emergenza conclusa. E nella fine dell’epidemia spera Carlo Grilli, assessore alle Politiche sociali del Comune di Trieste: «Nelle case comunali abbiamo vissuto una situazione complessa, che tocca i più fragili della comunità, cui un virus maledetto ha rivoluzionato la quotidianità e cancellato le visite dei parenti e le occasioni di socialità».
E come spiega il direttore del dipartimento Politiche sociali Mauro Silla, «la socializzazione potrà riprendere presto visto il graduale normalizzarsi della situazione». Le case municipali sono state il primo focolaio di infezione con la prima donna deceduta in regione, ma ora al complesso Serena-Bartoli si attende che gli ultimi positivi guariscano, dopo una ventina di infettati e cinque deceduti tra i circa duecento ospiti e 16 positivi fra i 115 dipendenti del Comune e delle cooperative.
Nel caso degli ottanta anziani della Gregoretti, si registrano invece 7 decessi e 3 positivi, ma non tutti sono stati sottoposti a tampone. T amponati invece tutti gli operatori: 28 su 62 i positivi. Grilli apre all’ipotesi della nave-ospedale lanciata ieri da Riccardi: «Siamo in una situazione inedita e travolgente per il sistema. Ogni idea percorribile per dare soluzioni è ben accetta se compatibile sul piano sanitario e psicologico».
Ma il Pd impallina l’idea con Laura Famulari: «A cinquanta giorni dell'ordinanza anti-Covid19, Riccardi deve inventarsi la nave-lazzaretto perché scopre che a Trieste non ci sono strutture per accogliere i contagiati. È un'autentica autodenuncia: la Regione ha dimenticato Trieste e i suoi vecchi, ma numero, tipologia e criticità delle strutture devono essere note all'assessore competente. Ci sono responsabilità su cui si dovrà tornare quando saremo fuori emergenza e ciò vale anche per quanto sta accadendo a Cattinara».
Per il M5s, Andrea Ussai sottolinea «le difficoltà di spazi, accessibilità e ventilazione all’interno delle cabine di una nave, tanto che non sono mancati i casi di diffusione del virus proprio all'interno di imbarcazioni: meglio usufruire di alberghi, oggi deserti. Molte strutture sono inadeguate, ma per anni si è trascinato il processo di riclassificazione».
Critiche arrivano anche dal centrodestra. Walter Zalukar (Misto) chiede di «valutare la disponibilità di ulteriori letti all’ospedale Maggiore o gli alberghi», mentre Emanuele Zanon (Progetto Fvg) evidenzia che «ci sentiamo raccontare ogni giorno quanto siamo bravi, ma adesso basta, ora vogliamo la verità sulle case di riposo, sul numero di morti e di tamponi effettuati». La Cgil annuncia infine con Roberto Treu di «essere pronta a costituirsi parte civile nel caso in cui le inchieste giudiziarie riscontrino responsabilità. Pagina Successiva: 1>>
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