Trieste, Esatto va a caccia di 24 milioni tra gli evasori della tassa rifiuti

La società comunale pronta ad avviare le procedure di ingiunzione nei confronti di 10mila posizioni. Il totale riguarda somme non versate fra 2013 e 2015. E a breve anche i solleciti per i ritardatari 2016
Foto BRUNI TRieste 12.09.12 Cassonetti per raccolta rifiuti
Foto BRUNI TRieste 12.09.12 Cassonetti per raccolta rifiuti

TRIESTE Scatta la grande caccia agli evasori. Esatto ha iniziato ad avviare le procedure di ingiunzione fiscale coattiva per migliaia di triestini che non hanno ancora saldato la tassa sui rifiuti. L’arco temporale considerato è quello che va dal 2013 al 2015. Il 2016, invece, per il momento sarà sottoposto a sollecito “bonario”, in modo da venire incontro a chi magari ha perso il bollettino o si è semplicemente dimenticato di pagare. L’imposta, che nel corso degli anni ha assunto diverse denominazioni (Tarsu, Tares e poi Tari dal 2014), comporta comunque un ammanco di ben 24 milioni di euro per le casse pubbliche a Trieste. Su un totale di 112mila posizioni fiscali, che comprendono sia i privati cittadini che le imprese, ben 10mila risultano attualmente fuori legge. È quasi il 10% del totale.

 

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Va detto che tra le multe, le rette dei servizi comunali, come le mense scolastiche ad esempio, e la lunga lista di balzelli che pendono sulle famiglie o sulle aziende, la Tari rappresenta a tutti gli effetti la fetta più grossa degli importi non incassati. Tra ritardatari, furbetti o chi versa davvero in condizioni di difficoltà economica, ogni anno la società deve rincorrere mediamente 6 milioni di euro sui 32 previsti. Una somma che altrimenti andrebbe persa.

L’altra entrata importante è l’Imu, ma che interessa soltanto chi possiede altri immobili rispetto all’abitazione principale o spazi a uso commerciale-produttivo. L’attività di accertamento, in questo caso, è comunque di competenza comunale che poi si rivolge a Esatto per la fase di recupero. La tassa rifiuti invece va a colpire tutte le fasce reddituali: ecco perché il mancato pagamento incide in modo così consistente. I 24 milioni di euro che Esatto cerca ora di ottenere dai triestini, non andranno affatto in prescrizione: una voce, questa, che si era diffusa in questi giorni ma smentita dai vertici della società. Non c’è via di scampo. Anche perché per il 2013, il 2014 e il 2015, nei mesi scorsi sono già stati inviati i solleciti. Adesso, a breve, partiranno quelli per il 2016: chi non ha ancora pagato, o lo ha fatto soltanto per qualche rata, può sistemare tutto subito.

 

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Nessuna via di fuga nemmeno per il periodo antecedente, dunque il 2012, che è già stato oggetto di ingiunzione tra dicembre 2013 e gennaio 2014. Chi ha cercato di farla franca, è passato sotto la lente di Equitalia che ha emesso le cartelle. Tornando al 2013, al 2014 e al 2015, per chi non ha ancora risposto al primo avviso (spedito a inizio 2017) si procede con le successive notifiche. La società comunale agirà personalmente, grazie anche ai nuovi addetti che intende ingaggiare, senza bisogno di appoggiarsi a Equitalia (ora Agenzia entrate riscossione). E si occuperà pure della fase esecutiva.

Esatto si muoverà così: nell’immediato manda i solleciti per il 2016, a seguire passerà con le ingiunzioni per il triennio precedente. Subito dopo, ancora, avvierà le procedure coattive per lo stesso 2016. Nella fase dell’ingiunzione, in base alle normative in materia, il contribuente viene intimato a pagare il dovuto entro un determinato periodo. Il documento, se non viene impugnato nei termini previsti, ha valore di sentenza. Diventa a tutti gli effetti un “titolo esecutivo”. L’intera procedura, che come accennato riguarda circa 10mila cittadini, sarà conclusa tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

«Tutti i meccanismi messi in atto, oltre a garantire la regolarità dei pagamenti, ci consentono di non incorrere nel rischio prescrizione delle somme dovute», afferma il presidente di Esatto Andrea Polacco. «L’attività da svolgere per la riscossione dei crediti tributari, in questo caso della tassa rifiuti, è urgente e proprio per questo abbiamo bandito le selezioni per mettere in piedi una nuova struttura operativa», aggiunge. «Naturalmente il nostro lavoro di recupero riguarda pure i crediti legati alle sanzioni del Codice della strada o i servizi educativi non pagati. Una parte di queste somme – conclude Polacco – è facilmente aggredibile, un’altra è più complicata».

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