Trieste, ennesima rissa tra utenti in cura al Sert: residenti di San Giovanni esasperati

TRIESTE Non c’è pace per i residenti di Strada di Guardiella. Sabato sera è andata in scena una vera e propria rissa nel giardinetto accanto alla Rotonda del Boschetto, poco oltre via Giulia. Spintoni, pugni, urla. Protagoniste della notte brava, ancora una volta, persone con problemi di tossicodipendenza seguite dal Sert, la struttura del Parco di San Giovanni che si trova a poca distanza. Le persone, dopo la terapia giornaliera, trascorrono ore e ore nell’area verde. E in quelle ore, come riferisce chi abita in zona, succede spesso di tutto. Litigi, aggressioni, lanci di bottiglie. «C’è anche chi si spoglia e fa i propri bisogni – racconta un residente – e questo dovrebbe essere un parco dove portare i bambini…».
La rissa di sabato si è innescata attorno alle otto di sera. C’è un video che documenta l’episodio. Le sequenze mostrano chiaramente l’intera dinamica: una decina tra uomini e donne che si spingono e si prendono a manate gridando parole incomprensibili. Poi qualcuno cade a terra, un altro gli si avvinghia sopra sferrando cazzotti all’impazzata. Ed ecco un altro ancora che interviene in difesa dell’amico, ma ruzzola a sua volta sull’erba. Persone che, come è evidente dalle immagini, sono alterate dalle sostanze o dall’alcol. E stanno a fatica in piedi.
La zuffa è durata a lungo. Quando sono intervenute le volanti della Polizia, allertate dai residenti, il gruppetto si era già dileguato. «Ho chiamato io le forze dell’ordine – riferisce un testimone – purtroppo gli agenti non sono riusciti ad arrivare immediatamente perché, così mi hanno detto dalla centrale, le pattuglie erano impegnate altrove».
Ma la rissa è soltanto la punta dell’iceberg. «Già – conferma un altro cittadino che abita in Strada di Guardiella – sono anni che qui dobbiamo sopportare la presenza costante dei tossicodipendenti sotto casa. Gente che beve e si pesta. Queste persone poi urinano e defecano in strada, si denudano. Rompono le bottiglie di vetro per terra, bestemmiano, minacciano. Tutto questo davanti alle nostre abitazioni. Per non assistere a questo schifo e fare in modo che i nostri figli non vedano, siamo costretti a tenere le finestre chiuse». Una situazione che si trascina da anni ed è ben nota alle forze dell’ordine e alle istituzioni. «Ma nessuno fa nulla – continua il residente – noi continuano a segnalare, però non cambia niente. Anche se passa la Polizia a controllare, il problema permane».
La direttrice del Dipartimento delle dipendenze dell’Asugi, Roberta Balestra, è al corrente di ciò che accade in quel giardino. «Sì – spiega – la situazione è difficile, non è semplice intervenire, non c’è un’unica azione risolutiva. Stiamo cercando di creare nuovi spazi ad hoc: ad esempio centri diurni dove far trascorrere il tempo a queste persone e dove possono ritrovarsi. Io ho parlato più volte con le forze dell’ordine – aggiunge – e noi, come servizio, siamo andati più volte sul posto con gli educatori. Ma fin che li troviamo a chiacchierare non possono di certo essere perseguiti o portati via. Il problema è complesso, non è solo sanitario. Ad esempio quel parco andrebbe riqualificato e recuperato, perché così degradato attira maggiormente chi versa in condizioni di disagio. Fintanto che l’area è lasciata andare succede il peggio». —
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