Trieste, ecco i redditi di Palazzo. Il sindaco Dipiazza si conferma al top
TRIESTE Il sindaco Roberto Dipiazza guadagna da solo oltre una volta e mezza la somma dei redditi di tutti i membri della sua giunta. Almeno di quelli che quest’anno hanno presentato la loro dichiarazione dei redditi.
Non è una grande sorpresa, il passato da signore del supermercato triestino fa regolarmente sì che il primo cittadino sia l’esponente più ricco degli esecutivi da lui guidati. Questa giunta non fa eccezione, come dimostrano i redditi del 2017 (anno d’imposta 2016) appena pubblicati dal sito del Comune di Trieste, la Rete Civica. Va ricordato poi che, essendo un eletto, il sindaco è da considerarsi anche il più ricco dei consiglieri comunali.
Ma passiamo ai dati. Prendiamo come riferimento i redditi imponibili, cui andrebbero poi sottratte imposte e addizionali regionali e comunali. Svetta su tutti appunto Dipiazza con il suo reddito imponibile da 453mila euro.
Per trovarne un altro con un reddito più alto della media bisogna scendere di qualche centinaio di migliaia di euro: il secondo classificato è infatti l’assessore al Turismo Maurizio Bucci. All’esponente della giunta deve fruttar bene il lavoro da amministratore di stabili, visto che ha presentato un imponibile di tutto rispetto: circa 69mila euro.
Terzo classificato è invece l’assessore alle Politiche sociali Carlo Grilli con un reddito da 44mila euro all’incirca.
Prima di scendere dal podio e proseguire con la lista, andando a sbirciare nelle tasche degli amministratori locali, è il caso di premettere chi non ha (almeno per ora) presentato la dichiarazione: sono l’assessore al Commercio Lorenzo Giorgi e quello a Cultura, Sport e (ironia della sorte) Bilancio, Giorgio Rossi. Verrà sicuramente anche il loro momento, ma oggi non possiamo far altro che registrarne l’assenza.
Riprendiamo quindi dalla quarta posizione, occupata dall’assessore all’Urbanistica Luisa Polli. La ex dipendente regionale, in pensione, ha un imponibile da 36mila euro. Circa ottomila sotto al terzo, Grilli appunto.
Subito sotto, c’è l’assessore alla Scuola Angela Brandi, che dopo una vita dedicata alla politica supera i 35mila euro. Da qui in poi la classifica subisce un altro salto, perché arrivano gli assessori con redditi inferiori ai 30mila euro annui.
Al sesto posto abbiamo il vicesindaco Pierpaolo Roberti, dipendente pubblico, con 29mila euro. Prendiamo il vicesindaco come campione per vedere quanto la politica comunale influisca su un bilancio individuale: l’anno scorso il suo imponibile - riferito al 2015 e dunque a prima delle elezioni comunali 2016 e del suo ingresso in giunta - era di 22mila 600 euro circa.
Il salto è di circa 7mila euro in un anno, ma prima delle tasse. Subito sotto a Roberti troviamo un’altra esponente del Carroccio, l’assessore ai Teatri e Pari opportunità Serena Tonel: impiegata, porta a casa un reddito da 28mila euro circa. Ottava è invece Elisa Lodi, assessore ai Lavori pubblici: l’avvocata marcata Fratelli d’Italia presenta un imponibile da circa 24mila euro. Last but not least, per usare uno di quegli inglesismi che notoriamente lui non gradisce molto, c’è l’assessore al Personale Michele Lobianco: l’odontotecnico ha presentato un reddito da 23mila euro tondi tondi. È lui il più “povero”, per così dire, della giunta. Ma non se ne fa un problema: «La politica è una passione - dichiara -. Io la coltivo da sempre, come peraltro tutti i miei colleghi. Tutto il resto non conta».
Oltre ai redditi, gli eletti devono presentare anche l’elenco aggiornato dei loro beni. Non c’è nulla da segnalare nel passaggio fra 2016 e 2017. Insomma, se qualcuno se lo stesse chiedendo, non c’è nessuno che con la politica comunale è riuscito a comprarsi un panfilo o amenità simili.
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