Trieste, ecco come si prepara Russo: «Opposizione costruttiva e dialogo in Consiglio»
Per il candidato sindaco sconfitto Russo «una giornata come altre nell’aula
regionale». Laterza di Adesso Trieste sull’astensionismo: «Problema enorme»
TRIESTE Di qui ai prossimi cinque anni le forze di opposizione si chiederanno in primis come riavvicinare alla politica quel 58% di triestini che stavolta ha scelto di non votare. I 16 consiglieri che sotto vari simboli si avviano verso gli scranni della minoranza davanti a sé inoltre hanno l’interrogativo delle prove di dialogo che, nello spirito del giorno successivo al ballottaggio, perlopiù intendono provare a instaurare sia tra di loro che con il centrodestra di governo.
Per il candidato sindaco risultato battuto al secondo turno, Francesco Russo, quella di ieri è stata una «giornata come altre in Consiglio regionale. I colleghi di maggioranza e opposizione mi hanno fatto i compimenti per la campagna, scherzando sul fatto che erano contenti di avermi ancora nell’aula di piazza Oberdan. Sto provando a rispondere a migliaia di messaggi da tutta Italia: il filo rosso è “avete perso ma non è una sconfitta”. Mi hanno pure detto che è stata una delle più belle campagne di comunicazione degli ultimi vent’anni: il merito non è mio ma del mio staff». Ora cosa succederà? «Ripreso fiato, si farà qualche ragionamento. Spero di fare un’opposizione costruttiva e competente assieme ai consiglieri comunali della mia coalizione (altri 3 di Punto Franco, oltre allo stesso Russo, e 7 del Pd). Analizzeremo il voto per capire cosa ci è mancato», prosegue Russo: «Porteremo in aula i punti fondanti del mio programma, legati a quanto sta succedendo. Il tema è il disagio generale, a partire dal fatto che 6 cittadini su 10 non hanno votato. Vedremo che disponibilità ci sarà da parte di Roberto Dipiazza a condividere un progetto ambizioso per il Porto vecchio, per le risorse del Pnrr, la città metropolitana, un piano per le periferie».
Il sindaco Dipiazza ha aperto all’idea di collaborare sul Porto vecchio. «Ribadisco la mia disponibilità, come feci sulla sdemanializzazione», è il commento di Russo: «Quella collaborazione fu fermata dai suoi. Per me si può ripartire subito, a patto che l’impostazione sia più professionale, coinvolga i cittadini e ragioni su un’operazione complessiva, superando l’idea dello spezzatino. A queste condizioni, siamo disponibili anche a fornire professionalità del settore privato: penso a Pierpaolo Barbone». Quanto ai rapporti con le altre forze politiche, «spero che sui banchi dell’opposizione si realizzi quell’alleanza per il cambiamento che avevo proposto in campagna elettorale».
Giovanni Barbo, vicesegretario provinciale e riconfermato consigliere comunale del Pd, racconta: «Non abbiamo ancora avuto un dialogo interno post-voto, ci abbiamo creduto fino alla fine, stiamo smaltendo la delusione. Abbiamo fallito non tanto nel togliere voti al centrodestra, quanto nel riuscire a convincere le persone a darci fiducia. Lo scollamento tra cittadini e istituzioni è stato graduale. La coalizione di centrosinistra condivide con Adesso Trieste e M5s un’idea non conservatrice di società e di futuro della città. Su questi principi si dovranno fare delle battaglie assieme, per una ragione anche numerica. Spero che la maggioranza non abbia un atteggiamento di chiusura totale, come nei cinque anni precedenti, anche perché la differenza di voti stavolta è minima. Faremo un’opposizione costruttiva, senza ostruzionismi: alla maggioranza starà cogliere alcuni degli elementi portati da noi, come fece Paolo Polidori all’inizio della pandemia». Il Pd rappresenta il gruppo di opposizione più numeroso. «Questo ci dà delle responsabilità in più, nel tenere assieme non solo la nostra coalizione ma anche le altre opposizioni».
A entrare per la prima volta a palazzo Cheba sono i 3 consiglieri di Adesso Trieste. «Non siamo stupiti dall’ulteriore crescita dell’astensionismo, alle condizioni date sarebbe stato difficile intaccare il sistema di potere», afferma Riccardo Laterza: «C’è un problema enorme, certificato, di percezione dell’utilità della politica. Proprio nei contesti di maggiore astensione (le periferie) il consenso relativo è andato al centrodestra, che vince per abbandono del campo da parte dell’avversario. La sconfitta del centrosinistra non nasce infatti negli ultimi cinque anni. Studieremo in vista delle prossime sedute dei Consigli comunale e circoscrizionali, visto che per noi è la prima volta, ma continueremo a lavorare anche fuori le istituzioni». Come sarà essere il compagno di banco di Russo? «Dove ci saranno occasioni di costruzione propositiva le coglieremo», continua Laterza: «Ciò non deve avvenire per mera opposizione al centrodestra ma condividendo di volta in volta merito e metodo. Avremo questo atteggiamento verso le altre opposizioni e verso la maggioranza. Speriamo ci sia ampia condivisione su nostre proposte quali una riforma del decentramento amministrativo, per dare più potere alle circoscrizioni, o l’illuminazione pubblica: potrebbe essere percorribile reinternalizzare il servizio, favorendo il finanziamento di comunità energetiche, visto che arriva il 40% di aumento delle bollette».
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