Trieste e Udine giocano a Friko. Risiko attacca
TRIESTE. Risiko contro Friko: Davide contro Golia. Diego Manna, il biologo triestino classe ’79 autore della fortunata saga “Monon Behavior” che racconta con piglio ironicamente accademica miti e riti triestini, non poteva certo immaginare che il colosso dei giochi da tavolo avrebbe dedicato attenzioni e irritazioni alla sua ultima fatica, una versione in salsa friulgiuliana di Risiko, con posta in palio il dominio del Friuli Venezia Giulia. Men che meno poteva pensare che avrebbe minacciato di portarlo in tribunale. Eppure, è successo.
L’antefatto. Diego lancia a dicembre, assieme alla coautrice Erika Ronchin, geologa triestina, il suo Friko: gioco da tavolo che mette in scena con tanta, tantissima ironia la storica e irrisolta contesa tra Trieste e il Friuli. I territori da conquistare sono da una parte i comuni friulani e dall’altra i rioni triestini, da San Giacomo a Servola, con la Bisiacheria a fungere da zona cuscinetto neutrale. I giocatori, sei al massimo, scelgono quale delle due popolazioni interpretare durante la partita: i triestini sono divisi in bobe, legere e nagane, i friulani in citadìns, contadìns e cjargnei. Gli stessi giocatori dispongono di sei gruppi di armate (a forma di piccolo frico) di color teràn, blu, verde, rosso, arancio e tocai. Non mancano due dadi, uno filofriulano e uno filotriestino, quaranta carte tipicamente triestine di color teràn come l’Omo Vespa, il tran de Opcina, la Barcolana, Gigi Pirola e la galina con do teste e quaranta carte tipicamente friulane di color tocai come Florean e Venturin, il frico, el plevan di Malborghet e il Friuli Doc.
Friko, prodotto in mille copie, a dicembre va a ruba. E registra il tutto esaurito. Diego si mette al lavoro, pensa già alla seconda ristampa prevista a marzo, quando si scatena l’ira funesta di Risiko. Editrice Giochi, la casa che detiene i diritti del celeberrimo gioco in Italia, si fa sentire e intima agli autori di Friko di cambiare il titolo del gioco per evitare una causa. Manna si adegua e rinuncia alla k: il suo Friko, nella seconda edizione, sarà ribattezzato Frico. Ma, assieme a Erika, non rinuncia a un commento ironico, tirando in ballo l’ormai epica (e perduta) battaglia per il Tocai: «Dopo il Tocai, anche il Frico cambia il proprio nome».
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