Trieste è protagonista sul “The Telegraph”: «Città che guarda avanti»

Andrea Pierini

la curiosità



«Se stai pensando a una località da visitare quest’anno prova Trieste dove la vita guarda avanti». Chiude così un lungo racconto del capoluogo giuliano Paula Hardy sul “The Telegraph”, uno dei principali quotidiani del Regno Unito. Esperta di viaggi, Hardy, che collabora con numerosi giornali internazionali, aveva già descritto le emozioni che si possono vivere in città sulla Lonely Planet, una delle principali guide turistiche del mondo.

Accompagnata dal personale di Promoturismo Fvg la giornalista ha visitato Trieste e parte da una domanda: «Cento anni fa, Trieste era uno dei grandi porti marittimi del mondo...... Allora, com’è che a questi giorni così poche persone conoscono Trieste?».

Secondo Hardy oltre all’ombra di Venezia, sulla città incombeva il peso del libro di Jan Morris “Trieste and the meaning of nowhere”, in italiano “Trieste. O del nessun luogo” nel quale veniva descritta come una città ideale per «spiriti erranti, solitari e rinnegati, per tutti coloro che non trovano un proprio luogo su nessuna mappa».

Il testo della giornalista restituisce invece una Trieste completamente diversa: Porto vecchio, destinato a diventare un nuovo quartiere, la Barcolana e le eccellenze enogastronomiche come la Vitovska. «Ma sono la grande scala – racconta –, gli ampi viali e la storica cultura dei caffè che sembrano perfettamente intonati a un mondo post-Covid. La sua architettura simile a quella di San Pietroburgo, Calcutta e Bath, con cui condivide un magnifico sfarzo. Ci sono graziosi giardini pubblici – continua Hardy sul “The Telegraph”–, boutique d’avanguardia, birre artigianali ed enoteche che cadono su ogni piazza acciottolata, così come un profondo confluire di culture, che pone le cattedrali greco-ortodossa, serbo-ortodossa e cattolica a pochi passi da una delle sinagoghe più grandi d’Europa». —



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