Trieste: è morto don Elio, lo storico parroco di Barcola
TRIESTE E' morto questa mattina, giovedì 4 maggio, don Elio Stefanuto, lo storico parroco di Barcola. L'anziano sacerdote, 79 anni, è morto per un infarto. A trovarlo, attorno alle 8 nella sua abitazione di viale Miramare 115, a Trieste, è stata la signora Angela Vogrini, fioraia, che da tempo accudiva l'ex parroco di Barcola. Domani, venerdì 5 maggio, alle 19.30, il Rosario in memoria nella chiesa di San Bartolomeo, a Barcola appunto.
Classe 1938, originario di Teglio Veneto (Portogruaro), don Elio arriva a Trieste nel 1960 dopo aver conseguito le lauree in Filosofia a Vienna e in Teologia alla Gregoriana di Roma, mentre la consacrazione all'abito sacerdotale matura cinque anni più tardi e avviene a Muggia.
A Trieste trova un mentore e insegnante storico: monsignor Santin. «Mi ha accolto con amore e mi ha formato - ricordava don Elio -. Monsignor Santin sapeva ascoltare e parlare, ma soprattutto sapeva anche agire. Per me è stato un riferimento assoluto».
Il primo scalo del cammino pastorale di don Elio avviene nel 1965, destinazione San Giacomo. È nel quartiere tradizionalmente più proletario di Trieste che il giovane sacerdote muove i primi passi alla "corte" del parroco, monsignor Cosulich, tra insegnamento, rapporti con i giovani e dialogo con la cittadinanza.
Dura sino al 1979 il "matrimonio" con il suolo sangiacomino. Poi il trasferimento a Barcola e i rapporti con la comunità slovena. Don Elio accetta la sfida e torna sui banchi di scuola, apprendendo in tempo quasi record le basi della lingua della comunità: «È stata una maestra ad esortarmi ad apprendere e aveva ragione - rievocava il sacerdote -. Ora me la cavo discretamente anche in sloveno. L'esperienza di Barcola - ricordava - è stata comunque particolare anche per altri motivi, se non altro per aver capito ancor di più l'importanza di stare accanto alla gente ma nel frattempo di far capire che un semplice prete non è certo Dio...».
L'incarico da parroco barcolano termina nel 2012, ma nello stesso anno don Elio viene nominato canonico emerito del Capitolo della Cattedrale, titolo che di fatto gli consente di operare ancora nella chiesa di San Bartolomeo: «Mi sento come Balotelli, sono tornato in squadra - ironizzava don Elio, tradendo l'altro suo grande amore, il Milan -. È qui ad esempio che ho celebrato tanti matrimoni, apprezzato e aiutato tanta gente, imparando anche a non scandalizzarmi troppo..».
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