Trieste e la comunità ebraica ricordano la proclamazione delle leggi razziali in municipio

TRIESTE La sala del Consiglio comunale di Trieste era gremita di gente, stamane, per ricordare l'ottantesimo anniversario dalla proclamazione delle leggi razziali. Dopo il discorso di Mussolini in piazza Unità del 1938, il Comune, la Comunità ebraica triestina e l'Unione delle comunità ebraiche italiane hanno ricordato con una lunga conferenza quel terribile evento.
La mattinata è stata aperta dal discorso del presidente del Consiglio Marco Gabrielli, seguito da un emozionato sindaco Roberto Dipiazza. Dopo giorni di polemiche, Dipiazza ha voluto sottolineare come nell'arco dei suoi tre mandati si sia sempre impegnato per la memoria, ricordando poi il suo viaggio a Dachau: "Il mondo dovrebbe alzarsi in piedi e chiedere scusa alle vittime. Io non sono il mondo, ma chiedo scusa".
Ha affermato poi il presidente della Comunità ebraica triestina Alessandro Salonichio: "Quanto successo è un'atrocità che rimarrà indelebile nella storia del genere umano. Non c'è più spazio per intolleranza, xenofobia e antisemitismo". Il rabbino di Trieste Alexandre Meloni ha rimarcato che "essere antisemita non significa odiare solo gli ebrei ma è cominciare con gli ebrei per finire ad odiare tutta l'umanità". Meloni ha poi fatto un riferimento indiretto al corteo di Casapound previsto per il prossimo 3 novembre, annunciando che rivolgerà ai rappresentanti delle comunità religiose di Trieste un appello per una presa di distanze unitaria. Tra gli altri, è intervenuta anche la presidente dell'Ucei Noemi Disegni.
Al termine della cerimonia è stata scoperta la targa in italiano ed ebraico che nei prossimi giorni verrà posta sotto il porticato del Comune Erano presenti tutte le autorità civili e religiose del territorio. Hanno partecipato anche gli alunni della quarta e quinta elementare della scuola ebraica di Trieste.
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