Trieste, due sub scoprono un relitto a 130 metri FOTO e VIDEO

Immersione dei giuliani Orel e Di Cosimo a Cagliari: trovati i resti della Amber Glasgow affondata la notte di Natale del 1980
Uno dei sub dell’Explorers Team Dive Center durante l’immersione a 130 metri di profondità
Uno dei sub dell’Explorers Team Dive Center durante l’immersione a 130 metri di profondità

TRIESTE Pensavano fosse il relitto della Komsomolets Kalmikii, una nave sovietica affondata il 31 dicembre del 1974 a causa di una tempesta mentre era in rotta di navigazione dal porto di Cagliari al porto ucraino di Kerc’, sul Mar Nero.

Sub triestini sul relitto della Amber

E invece si sono trovati di fronte la Amber Glasgow, un cargo varato nel ’56 e affondato la notte del Natale del 1980 a largo di Capo Carbonara. Storie di navi, storie di misteri e storie di relitti in cui si sono imbattuti i subacquei triestini Massimiliano Orel e Stefano Di Cosimo, residenti da cinque anni in provincia di Cagliari, amministratori dell’Explorers Team Dive Center di Quartu Sant’Elena, a Cagliari, uno dei migliori diving center della zona.

Tutto inizia nell’agosto del 2014, quando dopo anni di ricerche svolte da Massimiliano anche grazie alla collaborazione di Sergio Pivetta di Relitti.it e di Eugenio Masala, da poco scomparso, e supportati da un gruppo di amici (Andrea Roberta Lugnani, Antonella Fogli, Viviana Meloni, Emanuele Slavko Lai, Danilo Tempesta e Riccardo Lattanzi), i due triestini si sono immersi in circuito aperto - respirando miscele - nei pressi di Capo Boi alla rispettabile profondità di 130 metri. Là sotto secondo alcune segnalazioni c’era il relitto di una nave.

E in effetti i subacquei si sono trovati davanti a uno scafo inclinato su un fianco, corroso dal tempo e dal mare. A quelle profondità il tempo di permanenza sul fondo è di pochi minuti, e i sub hanno avuto appena il tempo per effettuare una rapida ricognizione del relitto e girare un breve filmato.

Pensavano di trovarsi di fronte al relitto della nave sovietica Komsomolets Kalmikii, affondata il 31 dicembre del 1974, cargo attorno al quale c’è un alone di mistero: l’agonia del Komsomolets Kalmykii durò 40 minuti prima d'affondare e dei 36 membri d’equipaggio otto non riuscirono a salvarsi, mentre il capitano affondò con la sua nave.

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Dopo un quarto d’ora i sub hanno iniziato la risalita, durata tre ore visti i tempi di decompressione. «Però quel giorno - racconta Massimiliano Orel - avevano organizzato l’immersione nel giro di pochissimi giorni e non eravamo riusciti a procurarci per tempo un adeguato sistema di illuminazione subacquea che permettesse la buona riuscita dei video, che sono stati comunque girati ma sono risultati di scarsa qualità».

Tutto rinviato a una nuova occasione. Che si è presentata due anni dopo, pochi giorni fa, il 25 febbraio scorso. L’Explorers Team Dive Center si è immerso di nuovo nello stesso punto, questa volta l’immersione si è svolta in Rebreather, cioè con i respiratori a circuito chiuso. A guidare il team sempre Massimiliano Orel, con i subacquei di supporto Antonella Fogli e Fabrizio Pinzuti, mentre la squadra scesa sul relitto era composta da Stefano Di Cosimo, Mario Perniciano, Sabine Kerkau, Oliver Perschke e Tom Baier.

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Romania --- Fire over Ploesti, Romania, August 1, 1943. "Hell's Wench," a B-24 badly damaged by anti-aircraft artillery fire, led the 93rd Bombardment Group in its daring low level attack on the oil refineries at Ploesti, Romania, which supplied two-thirds of Germany's petroleum production at that stage of World War II. Addison Earl Baker and his crew were killed in the crash of the Hell's Wench. Oil on canvas, by Roy Grinnell. | Location: Ploesti, Romania. --- Image by © Corbis

«L’immersione è andata per il meglio - racconta Orel -, i tempi sono stati simili a quelli dell’immersione del 2014, ma grazie ad un maggior numero “di occhi in acqua” ed anche al fantastico sistema di illuminazione messo a disposizione del Dive Center da Valerio Petrini dell’azienda romana Diving Torches, il team di subacquei si è inequivocabilmente reso conto di non essere sul relitto della nave sovietica misteriosa».

Il relitto era infatti quello della “Amber” di Glasgow, affondata a causa di una falla la notte del 24 dicembre del 1980 (l’equipaggio si mise in salvo), in viaggio dalla Spezia a Bengasi con un carico di acciaio, e da allora dimenticata nelle profondità del sud Sardegna.

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«Appena sarà possibile - dice ancora Orel -, verranno svolte altre immersioni per raccogliere maggiori informazioni su quello che è diventato un nuovo sito di immersione per il nostro Dive Center». Senza dimenticare il “fantasma” della Komsomolets Kalmikii, che aspetta ancora di essere ritrovata, laggiù da qualche parte nelle profondità del mare.

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