Trieste, due condanne per la rissa al Mandracchio

Giudicati colpevoli i clienti che si erano visti negare l’ingresso. I buttafuori, uno dei quali perse un dito, sono stati assolti
L'esterno del Mandracchio, in un foto d'archivio
L'esterno del Mandracchio, in un foto d'archivio

TRIESTE Condannati i mancati clienti, mancati perché, in discoteca, non ci misero piede. E assolti i buttafuori che avevano negato loro l’ingresso. Uno dei quali, nel parapiglia, ci aveva rimesso un dito, rimasto chiuso nella porta. È arrivato a sentenza il processo per lesioni personali aggravate a carico di quattro giovani - due avventori di nazionalità italiana e altrettanti addetti alla security del locale di passaporto straniero - protagonisti secondo le ricostruzioni fatte allora dai carabinieri, e pure secondo i referti medici, di una violenta rissa davanti al Mandracchio nella notte tra sabato 12 e domenica 13 gennaio di due anni fa.

Ieri, in occasione dell’ultima udienza, il giudice Enzo Truncellito ha condannato a un anno e dieci mesi i due mancati clienti - sono Michele Broili e Lorenzo Padovan, entrambi difesi dall’avvocato Giovanni Adami di Udine - mentre ha assolto i due buttafuori. Presumibilmente per legittima difesa. Lo si saprà soltanto dopo il deposito delle motivazioni della sentenza. Un indizio, ad ogni modo, è dato da quel comma 3 dell’articolo 530 del Codice di procedura penale che accompagna l’assoluzione e al quale, codice medesimo alla mano, il giudice è tenuto a riferirsi «se vi è la prova che il fatto è stato commesso in presenza di una causa di giustificazione o di una causa personale di non punibilità ovvero se vi è dubbio sull’esistenza delle stesse». I due imputati non condannati, difesi dall’avvocato Luca Maria Ferrucci, sono il tunisino Oussama Bechaouch e il serbo Ivan Ulamovic, in servizio d’ordine quella notte (come altre) per conto di un’agenzia di security.

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Proprio Ulamovic, tra i quattro, ne era uscito peggio. Il pollice della sua mano destra era rimasto infatti incastrato nella porta che gli stessi buttafuori avevano deciso di tentare di chiudere per evitare che i due giovani, al termine delle pesanti discussioni consumate in strada, potessero entrare. A quel punto, come era emerso nel corso di questo processo, dentro la discoteca qualcuno aveva provveduto a prendere un secchiello carico di ghiaccio, di quelli usati per tenere in fresco le bottiglie, e aveva messo dentro il dito, fino all’arrivo del 118, nella speranza che all’ospedale poi glielo potessero riattaccare.

Per questo i due avventori sono stati pure condannati dal giudice a duemila euro di provvisionale, al netto di un eventuale risarcimento in sede civile. Per Broili e Padovan il pm Lucia Baldovin, titolare del fascicolo, rappresentata in aula dal pm onorario Paola Peressin, aveva reclamato due anni e un mese, mentre per Beachaouch e Ulamovic aveva chiesto rispettivamente sei e quattro mesi. La prima ricostruzione dei carabinieri parlava di atteggiamento molesto e violento da parte dei due che volevano entrare e che poi avevano dato la loro versione dei fatti, messa nero su bianco con una querela, sostenendo di essere stati aggrediti e picchiati dai buttafuori. Uno dei due aveva riportato tre punti di sutura al sopracciglio, una frattura al naso e altre botte.

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