Trieste, droga nello zaino: libero dopo la condanna

Due anni al giovane arrestato a fine settembre in via Carducci. Era incensurato e la condizionale gli consente la scarcerazione
Uno scorcio di via Carducci verso largo Barriera
Uno scorcio di via Carducci verso largo Barriera

TRIESTE Era in carcere in attesa di giudizio. Ne è venuto fuori non in seguito a un’assoluzione ma subito dopo essere stato condannato. Con la promessa d’aver capito la lezione. La legge e la sua applicazione danno una seconda possibilità a Wares Khan Ismaili, afghano ventisettenne finito a suo tempo in Italia come richiedente asilo ed entrato successivamente nel programma di protezione internazionale, che fa di lui un cittadino regolare.

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Ismaili è il giovane straniero che la polizia aveva acciuffato durante un banale controllo dei documenti a fine settembre mentre, con fare insospettabile, camminava per via Carducci con uno zaino pieno di hashish. Dieci panetti in tutto, da circa un etto ciascuno, per un totale di quasi un chilo di “fumo”, 984 grammi per l’esattezza, roba che al dettaglio avrebbe generato un giro di soldi vicino ai 10mila euro.

Da allora era rimasto al Coroneo, mentre l’iter giudiziario a suo carico era progredito fino a sfociare in un processo con il rito abbreviato. L’altro giorno, sotto Natale, l’epilogo. Il giudice per l’udienza preliminare Luigi Dainotti l’ha condannato per quell’episodio a due anni di reclusione e seimila euro di multa.

Il pm Federico Frezza aveva chiesto per lui una condanna a due anni e sei mesi mentre il suo difensore d’ufficio, l’avvocato Marina Rizzi, aveva insistito molto sull’attenuante che il ragazzo fosse incensurato e fosse in sostanza caduto in un errore di cui si era subito pentito impegnandosi a tirare dritto una volta uscito di prigione.

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Il computo dei due anni tondi rientra nella soglia entro la quale, in caso appunto di assenza di precedenti, può scattare la cosiddetta condizionale, ovvero la sospensione della pena. Grazie alla quale Ismaili, come detto, ha potuto lasciare il Coroneo dopo due mesi e mezzo abbondanti dietro le sbarre.

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L’afghano, infatti, era stato arrestato in flagranza per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio il 28 settembre, nei giorni di vigilia della maxiretata che gli investigatori della Squadra volante avrebbero messo a segno sul Molo Audace, smascherando una specie di supermercato dell’hashish proprio nel cuore del salotto buono della città gestito da richiedenti asilo, undici dei quali erano finiti in manette.

Ismaili, in quel 28 settembre, stava passeggiando in via Carducci, direzione Barriera. I poliziotti della Squadra volante l’avevano incrociato e fermato chiedendogli di esibire i documenti, più che altro per capire se avesse le carte in regola per calcare il territorio italiano.

Poco dopo il ragazzo aveva però tradito parecchio nervosismo e gli agenti avevano notato uno zainetto che cercava di tenere nascosto sotto i suoi indumenti. Da lì, immediata, era scattata la perquisizione. E da lì, altrettanto immediato, era scattato l’arresto.

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