Trieste, droga a casa dell’anziana con la complicità del vicino
TRIESTE La casa è in via Campanelle 248. È il deposito di droga della banda di trafficanti di cocaina. Proprio lì lo scorso 27 dicembre gli agenti della squadra mobile avevano trovato due trolley contenenti due chili di cocaina e uno e mezzo di marijuana oltre a una pistola.
E proprio quell’appartamento abitato da un’anziana in precarie condizioni psicofisiche, era il deposito della banda. La stessa banda che utilizzava - come poi è stato accertato - il garage dell’abitazione del tassista Roberto Indelicato in via Gatteri 62 come luogo per lo smistamento e il confezionamento della droga.
Tutto questo emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Giorgio Nicoli relativa a tre nuovi arresti messi a segno dagli investigatori della narcotici coordinati dai pm Maddalena Chergia e Massimo De Bortoli. Si tratta di tre cittadini colombiani. I nomi sono quelli di Luis Alfredo Alava Panchano, 26 anni; Heyman Leonardo Suarez Lizalda, 29 anni; e Carlos Augusto Rentera Garcia, detto Andrez, 32 anni. Sono comparsi l’altra mattina davanti al gip Nicoli per l’interrogatorio di garanzia. Con loro i difensori, gli avvocati Luca Maria Ferrucci e Alessandro Giadrossi.
Gli arresti fanno seguito a quelli oltre che di Roberto Indelicato, 62 anni e della moglie Eliana Clarot, 60, di Jonathan Andres Suares Cabezaz, 29 anni, e Karen Maria Baez Lantigua, 27 anni, messi a segno appena otto giorni fa al termine di un blitz dalla narcotici. Si tratta di una banda che, secondo il gip Nicoli, è riuscita con lo spaccio di cocaina e marijuana a realizzare un ricavo mensile - solo a Trieste - di oltre 60mila euro. Anche per questo viene contestata l’associazione a delinquere.
La banda aveva deciso di usufruire dell’appartamento dell’anziana proprio perché - così credevano - nessuno avrebbe mai controllato. Il sottile filo che legava l’ignara anziana alla vicenda è quello di un piacere chiesto da un vicino di casa, la cui fidanzata Karen Maria Baez Lantigua aveva conquistato la sua fiducia con piccoli favori quotidiani.
Ma nell’ordinanza del gip Nicoli compaiono anche altri indirizzi di depositi della cocaina a Trieste. Utilizzati temporaneamente dalla banda per stoccare la merce. Si trovano, questo emerge, in locali in viale D’Annunzio 9, in via Almerigotti 29 e infine in via Corridoni 17. Il giudice Nicoli ha definito schematicamente la struttura operativa una vera e propria «catena di montaggio» dello spaccio gestita come un’azienda.
Nel corso delle indagini è infatti emerso che l’attività è iniziata dapprima con l’investimento. Ovvero una fase di raccolta metodica di ingenti somme di denaro ricavate dallo spaccio su vasta scala della droga sul mercato locale. A ciò si dedicavano, osserva il giudice, con puntigliosa diligenza, Andrè Jonathan Suarez Cabezas e Karen Maria Baez Lantigua.
Poi scattava la fase degli investimenti. La droga veniva acquistata in Spagna - a Barcellona - da Andrè Jonathan Suarez Cabezas e dalla stessa Karen Maria Baez Lantigua. A questo punto veniva attivato il trasporto a Trieste al quale - questo emerge dalle indagini - collaborava il tassista Roberto Indelicato.
Il quale accompagnava i due all’aeroporto di Treviso e a volte andava anche a Vicenza a prendere altra roba. Tutto - come detto - veniva stoccato a casa dell’inconsapevole anziana. Che regolarmente riceveva la visita della fidanzata del vicino di casa e di altri “amici” particolarmente gentili e generosi.
A questo punto l’ultima fase della catena di montaggio. Quella della produzione delle dosi e dello smercio. Ed è in questa direzione che puntano le indagini. Le dichiarazioni degli arrestati sono ritenute fondamentali: infatti attraverso di loro gli agenti stanno puntando anche ai consumatori finali proprio per arrivare a una sorta di mappa dello spaccio.
Puntano a coloro che si sono riforniti per mesi della droga spacciata dalla banda. In centinaia di conversazioni telefoniche intercettate, gli agenti nei mesi scorsi hanno ascoltato di tutto e di più: dalla richiesta del “tossico” a quella del professionista. Ma anche quella del gestore di locali pubblici. Per finire, anche le voci di uomini e donne di mezza età illusi che una sniffata avrebbe potuto dare loro la vitalità anche sessuale. Ne è venuta fuori una lista con decine e decine di nomi insospettabili tra quali ce n’è anche qualcuno eccellente.
Nell’elenco ci sono commercianti, impiegati, professionisti, addirittura un dentista, e anche dipendenti pubblici. Ma pure commesse e studentesse. «Lo sanno tutti che a Trieste gira un fiume di coca. Sono moltissimi quelli che si fanno...», ha raccontato qualche giorno fa un investigatore.
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