Trieste, doppia inchiesta sulle gang dell’Est

TRIESTE Non solo le vecchie scritte non sono state cancellate, ma ne sono comparse pure di nuove: Serbia al posto di Kosovo. A riprova di quanto la lotta per la “conquista del territorio”, lì al decimo Topolino di Barcola, si stia facendo ogni giorno più intensa. La “sfida” tra gang rivali si gioca evidemente anche a suon di scritte sui muri. Anche se sono altre, poi, le manifestazioni a destare allarme.

La rissa di lunedì in via del Toro e il pestaggio avvenuto la mattina successiva in Viale, innanzitutto. Ed è su questi episodi preoccupanti che si concentrano ora le attenzioni degli investigatori. Sull’escalation di violenze che vede protagonisti gruppi di giovani stranieri dell’Est indagano infatti la Procura del Tribunale della Repubblica e quella del Tribunale dei minori.
Un doppio fascicolo che dimostra la volontà di non trascurare gli episodi di violenza delle ultime ore. Diveso invece, secondo gli uomini della Questura, il discorso dell’«occupazione» dei Topolini. «Lì c’è sempre stata, pur cambiando negli anni, una certa tacita suddivisione degli spazi. Una volta era sulla base dell’estrazione sociale e dei rioni di residenza, ora in parte sicuramente anche di carattere etnico» spiega una fonte della polizia: «In quel caso però non siamo di fronte a episodi di criminalità vera e propria capaci di giustificare allarmi tra i frequentatori. Scherzi, magari anche pesanti, e apprezzamenti su qualche ragazza che passa, ce ne sono sempre stati e credo continueranno».
Un’analisi accompagnata da un dato: nelle ultime settimane alla Questura non è pervenuta alcuna denuncia, non è stato presentato alcun esposto; e neppure i bagnini hanno comunicato qualcosa di anomalo o potenzialmente pericoloso. «Non per questo però - continuano in Questura - teniamo bassa la guardia. Come ogni estate, di recente abbiamo rafforzato i servizi di vigilanza a terra e in mare. Provvedimenti che non derivano da emergenze particolari ma dal semplice fatto che d’estate Barcola è molto, molto frequentata e la polizia sta vicino ai cittadini».
Ieri pomeriggio, tra l’altro, si è registrato un piccolo “giallo”, con la segnalazione di un giovane fermato ai Topolini di Barcola da agenti in borghese. Una circostanza smentita sia dalla Questura sia dalla Polizia locale, ma che la dice lunga sull’altissima attenzione innescata dai recenti episodi, alimentata anche dal tam tam sui social. Ma, insiste ancora il funzionario di polizia, la rissa in via del Toro non va collegata con le intemperanze di Barcola: «Dalle indagini già avviate, non risulta alcuna connessione tra i due episodi: né per tipologia, né per età dei protagonisti, né per altri fattori». Questo secondo caso è certamente più grave di quello in riva al mare ma la Questura dichiara che non vi è alcuna emergenza di ordine pubblico in città riguardo gli stranieri e le contrapposizioni tra alcune etnie nei rispettivi Paesi che si traducono in animosità o peggio nella terra d’accoglienza.
«Vogliamo sottolineare - continua il funzionario - che i giovani coinvolti nelle risse in via del Toro e a Barcola non appartengono alle comunità “storiche” delle rispettive etnie. Quelle cioè presenti a Trieste da decenni o da secoli, come nel caso dei serbi. Non vi è alcun collegamento tra i “nuovi” stranieri, o perlomeno tra quelli coinvolti nei recenti casi di violenza, e i membri delle comunità delle storiche minoranze etniche della città».
«La vicenda del confronto tra gruppi di giovani - precisa il prefetto di Trieste Francesca Adelaide Garufi - non va sottovalutata ma neppure ingigantita. Per martedì prossimo ho convocato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Si conteranno le forze disponibili e ci si accorderà per adottare alcune misure aggiuntive, vista anche la stagione estiva che “muove” molta più gente dell’inverno, per il controllo del territorio».
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