Trieste, dopo la bufera il Consiglio vota all'unanimità la cittadinanza onoraria per Liliana Segre
TRIESTE Infine la senatrice Liliana Segre avrà la cittadinanza onoraria di Trieste: l’ha stabilito nella notte di lunedì il Consiglio comunale. Un voto all’unanimità, dato a dispetto delle distanze siderali emerse in aula durante le due ore di dibattito.
Si corona così la volontà delle quasi 900 persone che hanno sottoscritto la petizione lanciata dal Piccolo sul suo sito. Si è trattato di un cammino difficile: nella seduta precedente il centrodestra aveva rigettato la proposta del centrosinistra, sostenuta anche dai 5 Stelle, opponendovi ragioni tecniche. Colta la potenziale mala parata, la maggioranza era poi corsa ai ripari convocando una commissione d’urgenza e mettendo in calendario la mozione questa settimana. Ieri, però, un emendamento presentato dal consigliere Everest Bertoli ha mandato all’aria la fragile intesa fra le parti: il leghista ha proposto infatti di inserire «simbolicamente» tra i destinatari del riconoscimento, oltre a Segre, anche l’Unione delle comunità ebraiche italiane, la Brigata ebraica e «tutti i sopravvissuto all’Olocausto». Il centrosinistra ha rigettato la modifica appellandosi a basi tecniche e di contenuto, perché avrebbe allontanato il fulcro dalla figura di Segre. Alla fine tutti hanno votato la mozione, ma la polemica è proseguita anche il giorno successivo.
Commenta Bertoli: «Con il triste spettacolo offerto ieri sera, gli esponenti del Pd svelano il loro vero volto. La loro è la posizione di chi spesso in questi anni, per un mero e puro calcolo elettorale, strizza l’occhio nelle piazze a chi bruciava la bandiera ebraica inneggiando alla Palestina o a chi il 25 Aprile fischia la Brigata ebraica». Conclude con appello a Segre a «rifiutare l’offerta».
In aula l’emendamento Bertoli è stato bersagliato dalle opposizioni. Il pentastellato Gianrossano Giannini ha dichiarato: «Nel testo della mozione non si parla d’altro che della senatrice Segre e della sua storia. L’emendamento mi ricorda il gioco delle tre carte: confondere il senso preciso del testo, rendendolo inattuabile perché troppo generico». Una volta cassata la modifica, il M5S ha annunciato: «Confermata la sua interezza, voteremo compattamente a favore della mozione».
Il giorno successivo anche il centrosinistra torna sul tema. Per la dem Laura Famulari «il senso politico di quello che sta accadendo deve essere chiaro a tutti, perché gli emendamenti non c’entrano nulla e potremmo condividerli. Il punto è questo: nella Lega c’è chi fa fatica a dare solidarietà a una sopravvissuta alla Shoah». Antonella Grim di Italia Viva si dice «profondamente amareggiata»: «Purtroppo si è messo in atto un tentativo di voler alzare l’asticella e provocare. Io trovo indegni i fischi alla Brigata ebraica e avrei votato una mozione specifica e comune su quel tema(posizione comune nel centrosinistra ndr)».
Per Sabrina Morena di Open Fvg «non si può votare una mozione e poi chiedere alla senatrice Segre di non accettare il riconoscimento. È una contraddizione palese». Affermazione condivisa anche dalla civica Maria Teresa Bassa Poropat, che aggiunge: «Si è avuta la conferma che non avevano intenzione di condividere il contenuto della mozione. L’hanno votata a denti stretti aggiungendo il vergognoso appello a Segre a non accettare il riconoscimento. L’emendamento era inapplicabile dal punto di vista tecnico».
In aula la proposta di Bertoli aveva ottenuto il sostegno del resto della maggioranza. Così Salvatore Porro di Fratelli d’Italia: «Qualunque mozione si può emendare, chiediamo solo il rispetto per la Brigata ebraica ogni anno attaccata dalla sinistra il 25 aprile. Noi voteremo la vostra mozione anche se è strumentale, ma se non accettate la nostra modifica vi dovete vergognare».
Un passaggio dell'intervento di Alberto Polacco di Forza Italia: «Una brutta pagina su un tema sentito da tutti. Io voterò questa mozione per dare un segnale, ma non posso non considerare il gesto politico da voi fatto, di non voler estendere a tutte le realtà che rappresentano l’ebraismo in Italia». —
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