Trieste, Distretto militare verso la trasformazione

Lo storico complesso sul Colle di San Giusto è passato alla Cassa depositi e prestiti che lo dovrà “valorizzare”: probabile futuro residenziale
Di Pier Paolo Garofalo
Lasorte Trieste 24/01/14 - S.Giusto, Via del Castello, Ex Distretto Militare
Lasorte Trieste 24/01/14 - S.Giusto, Via del Castello, Ex Distretto Militare

Antica sede vescovile, poi Distretto militare, ora dal futuro incerto, probabilmente destinato a una trasformazione in complesso residenziale ma già “in vetrina” sul sito del nuovo proprietario, la Cdp Investimenti Sgr, il “braccio” immobiliare della Cassa depositi e prestiti. Si tratta dello storico edificio sul Colle di San Giusto, delimitato da quattro vie, due delle quali aperte al traffico veicolare, vie del Castello e via delle Monache. Ora è pronto per la “valorizzazione” da parte della Cdp, la società per azioni a controllo pubblico che gestisce una parte consistente del risparmio nazionale e soprattutto il risparmio postale, sua principale fonte di raccolta.

I quattro edifici che formano un cortile interno, dove sono passati migliaia e migliaia di triestini per assolvere l’obbligo del servizio di leva e la burocrazia connessa e conseguente, sono ora pronti per un nuovo futuro. Lo avevano stabilito gli appositi decreti del 20 e 23 dicembre scorsi, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale del 3 gennaio. Con tali provvedimenti la proprietà è passata alla Cassa dall’Agenzia del Demanio dello Stato. Ad occuparsene la sede di Udine, competente territorialmente.

Ma l’Antica sede vescovile, come viene denominata nel sito, è la classica rotella di un ingranaggio ben più grande. «Cdpi Sgr, attraverso il Fondo investimenti per le Valorizzazioni Plus – Comparto Extra, ha perfezionato - si legge in un comunicato - nei giorni 26 e 27 dicembre 2013, l’acquisizione di 40 immobili provenienti, in parte (33), dallo Stato e in parte (7), da 6 Enti territoriali. Il valore dell’operazione è di circa 490 milioni di euro». Da Udine non trapela nessuna cifra per la quale l’ex Distretto è passato di mano. «La vendita in blocco rende difficile ottenere questo dato», affermano.

Gli immobili sono distribuiti in 10 regioni e 19 province. Circa il 75% delle superfici del portafoglio sono distribuite su 23 immobili localizzati a Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Roma, Torino e Venezia. Dei 40 immobili acquisiti, 33 sono vincolati, dato il valore storico e artistico: la loro alienazione è avvenuta in base di specifiche autorizzazioni alla vendita emesse dalle Direzioni regionali del Ministero dei beni culturali. La quasi totalità degli immobili, precedentemente utilizzati per uso pubblico (il “portafoglio” include 22 strutture militari, due ospedali e due edifici scolastici non più utilizzati), sono ora vuoti, come il vecchio Arcivescovado, e necessitano di importanti ristrutturazioni. Secondo la Cassa depositi e prestiti, per gran parte gli edifici sono stati oggetto di procedure di valorizzazione da parte della precedente proprietà e hanno destinazioni urbanistiche compatibili con utilizzi privati e di mercato.

Fare cassa è infatti la parola d’ordine e a riguardo la gestione del fondo prevede che gli immobili possano essere venduti sia nello stato in cui si trovano, sia dopo attività di valorizzazione, sia ancora dopo attività di vero e proprio sviluppo, trasformazione e commercializzazione. Le strategie di gestione di ciascun immobile e le destinazioni d’uso finali saranno approfondite nel corso dei prossimi mesi, «dopo le più opportune interlocuzioni con le amministrazioni locali competenti».

Non si conoscono quindi i dettagli che concernono l’ex Distretto militare ma sul sito web della Cdp è segnalato chiaramente che il complesso degli edifici è libero, sottoposto a vincolo dei Beni culturali, risulta “area a servizi” e sarà necessaria una Variante urbanistica per realizzare quella che la stessa Cassa indica come l’«ipotesi di valorizzazione» privilegiata: la realizzazione di un complesso a destinazione residenziale.

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