Trieste, Disabile picchiata da Console e Cavalli
TRIESTE Due anelli in oro bianco erano stati consegnati ad Alessandro Tex Cavalli e Giuseppe Console per essere valutati e stimati da un Comproro. Una parte dell’eventuale ricavato sarebbe servito per aiutare Cavalli, sofferente di una grave menomazione fisica. I due anelli erano stati consegnati ai due assassini di Giovanni Novacco (condannati definitivamente all’ergastolo) da una disabile che si era impietosita dopo aver ascoltato la storia di Cavalli. Le aveva parlato delle sue difficili condizioni economiche, chiedendo una mano, un gesto di solidarietà. La donna, vittima di questa ennesima vicenda riferita ad Alessandro Tex Cavalli e Giuseppe Console, si era impietosita, si era tolta gli anelli dal dito e glieli aveva consegnati. L’episodio risale a un giorno del luglio 2011. Poche settimane dopo, in settembre, i due hanno commesso l’efferato omicidio, sequestrando, torturando e bruciando vivo Giovanni Novacco.
Per questa vicenda degli anelli Console e Cavalli compariranno venerdì prossimo davanti al gip Laura Barresi. Sono accusati dal pm Massimo De Bortoli, che ha chiesto il loro rinvio a giudizio per appropriazione indebita e minacce. Ma anche lesioni. Perché, nel prosieguo della vicenda, dopo qualche giorno la donna ha chiesto la restituzione dei suoi anelli, visto che non aveva avuto il denaro; invece era stata colpita da un diretto al volto, sferratole da “Beppe da Roian”. Un trattamento persuasivo per dimostrare chi comandava: “Beppe da Roian” o meglio “Beppe Riina”. I due accusati sono difesi dagli avvocati Sergio Mameli e Maria Genovese.
In questa vicenda compare anche un terzo personaggio: Simone Bembich, 39 anni. È accusato di circonvenzione di incapace. È difeso dall’avvocato Antonio Zonta. In quel periodo, come scrive il pm De Bortoli nel capo di imputazione, Bembich aveva abusato «dello stato di infermità della donna, che è invalida per il 76 per cento, e della conseguente deficienza psichica dovuta alla sua depressione» per farsi ospitare e mantenere per oltre un mese e mezzo, ottenendo un prestito mai restituito di oltre 700 euro. Al termine della relazione l’”ospite”, evidentemente non più gradito, secondo gli accertamenti dei poliziotti della terza sezione della Squadra mobile, ha messo in atto nei confronti della donna una lunga e inesorabile serie di atti persecutori: messaggini con testi minacciosi ma anche appostamenti sotto casa e nei luoghi frequentati dalla donna. Nei primi giorni di agosto di quell’anno, Bembich l’aveva affrontata nei pressi di piazza Oberdan e anche aggredita, picchiandola.
È stato proprio in quei giorni che, secondo la ricostruzione dei poliziotti della Mobile, la donna è venuta in contatto con Alessandro “Tex” Cavalli e Giuseppe Console. Si è impietosita dopo aver ascoltato il racconto delle vicissitudini di Cavalli. Così ha proposto ai due di far stimare i due anelli in oro bianco, del valore di circa mille euro, con il patto che se la valutazione fosse stata adeguata avrebbe dato loro una certa somma.
Dopo qualche giorno la donna ha incontrato, in via delle Ginestre a Roiano, i due, i quali le avevano raccontato di essere stati truffati, avendo venduto per 250 euro i suoi anelli. C’era stata una discussione, al termine della quale la donna aveva chiesto di rientrare in possesso degli anelli, che Console e Cavalli non avevano avuto l’incarico di vendere ma solo di far stimare. Ed è stato a quel punto che Console ha sferrato un violento diretto al volto della donna. C’era stato un parapiglia durante il quale la donna aveva anche perso il telefono cellulare.
L’episodio al centro della richiesta di rinvio a giudizio è evidentemente solo un elemento per rappresentare il modo di agire di quella che, all’epoca, era stata indicata come la “banda di Roiano”. Insomma, era chiaro quali fossero i “riti” e i “metodi” adottati dal gruppo di giovani di cui era capo indiscusso Giuseppe Console, assassino, assieme ad Alessandro “Tex” Cavalli, di Giovanni Novacco.
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