Trieste, Dipiazza lancia il “tendone” per sostituire l’Acquamarina
TRIESTE Una «tensostruttura» per sostituire la piscina Acquamarina in attesa di una sua ricostruzione (o costruzione ex novo). È la soluzione che il Comune di Trieste ha deciso di vagliare in questi giorni, cercando in Italia e all’estero strutture che possano fungere da sostituto temporaneo dell’edificio crollato a fine luglio. Ne dà l’annuncio il sindaco Roberto Dipiazza, che nel frattempo pensa già al futuro cantiere: «La mia idea è costruire una nuova piscina in Porto vecchio, così da poter usufruire del parcheggio che verrà costruito per il centro congressi. Il presidente del Credito sportivo mi ha telefonato subito dopo il crollo per dirmi che c’è la loro disponibilità a finanziarci», spiega il primo cittadino.
Partiamo dalle cose più vicine nel tempo, almeno in teoria. Un bacino di circa 500 persone gravitava attorno all’Acquamarina e alla sua piscina con acqua di mare riscaldata. Dopo il crollo del tetto dello scorso 29 luglio questi utenti, in buona parte frequentatori della struttura per ragioni mediche, sono rimasti privi di un punto di riferimento.
Il Comune è quindi alla ricerca di una risposta in prima battuta, da realizzarsi in tempi brevi senza attendere per forza la ricostruzione della piscina, in loco o altrove.
Dichiara Dipiazza: «Sto cercando in Italia e all’estero una tensostruttura con piscina che possa fungere da sostituto, perché servono soluzioni immediate».
L’idea del sindaco è collocare il “tendone” (analogo a quelli impiegati su certi campi da tennis) nel piazzale retrostante l’Acquamarina: «Da lì si può facilmente attingere alle acque. Dobbiamo confrontarci con i tecnici, ma pare esista la possibilità di riutilizzare le pompe della piscina».
Quali sarebbero i costi di una simile operazione? Da vedere. Dice il sindaco: «Al momento c’è una possibilità, in Italia, che è la più vicina a prendere corpo. Certo, se ci chiedono due milioni non se ne fa nulla. Ma se l’ordine dei costi rimane sulle centinaia di migliaia di euro lo facciamo, qui stiamo parlando della salute di centinaia di persone, per le quali l’Acquamarina era un riferimento».
Ma il primo cittadino si interroga anche sul futuro della piscina. E l’opzione che trova più interessante è quella del Porto vecchio, come avviene di sovente di questi tempi. Come già annunciato a ridosso del crollo, Dipiazza vedrebbe bene una struttura analoga all’Acquamarina all’interno dell’antico scalo: «Il posto ideale secondo me sarebbe l’area poco oltre il futuro centro congressi. Il Tcc comprenderà infatti un ulteriore parcheggio da 2 mila posti, che troverebbe nella piscina un ulteriore bacino di utenza». Nelle intenzioni del Comune, in fondo, l’area più prossima a Barcola è quella che dovrebbe essere vocata allo sport.
Resta la consueta magagna dei fondi con cui costruire un’opera del genere, ma Dipiazza spiega che ci sono già dei possibili referenti: «Poco dopo il crollo mi ha telefonato il presidente del Credito sportivo che mi ha assicurato la loro disponibilità, anche per lavori da cinque o dieci milioni. Approfondiremo le opzioni». —
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