Trieste dimentica l’artista Chersicla
«Bruno Chersicla, uno dei più popolari e originali artisti triestini della generazione che esordì alla fine degli anni cinquanta, è morto il 3 maggio a 76 anni. Tra il '97 e il '98 il Museo Revoltella gli ha dedicato una grande mostra antologica che ripercorreva quattro decenni di attività». Maria Masua Dan, direttore del Museo Revoltella, ricordava così sul sito del museo nel 2013 Bruno Chersicla. Oggi, due anni esatti dopo la morte, Trieste non ricorda più nulla. Lo stesso accade un anno dopo, il 3 maggio 2014. Nessun omaggio, nessuna mostra. Una rimozione assoluta del San Giusto d’oro 2009.
«C'é un silenzio assordante sulla scomparsa di questo artista» scrive Melita Botteghelli, compagna Chersicla che un anno fa aveva offerto al Comune una mostra a costo zero con un nucleo di opere importanti dell’artista alcune delle quali sono andate in asta alla Stadion. La città natale di Chersicla è riuscita persino a farsi scippare dalla Pro Loco di Turriaco (Gorizia) la mostra sulla Transiberiana. Altre mostre si sono tenute a Parla e Lecco.
«Totale aperture per le mostre di Chersicla» aveva dichiarato lo scorso ottobre Paolo Tassinari, assessore alla Cultura, dopo l’appello per la mostra incompiuta sui ritratti triestini fatto da Carlo Grisancich e Walter Chiereghin, amici dell’artista. Un’apertura che è rimasta spalancata. L’unico omaggio triestino a Chersicla è arrivato dal necrologio della rivista Artecultura che ha cessato le pubblicazioni lo scorso febbraio. «Copertina doverosamente dedicata alla memoria di Bruno Chersicla che, 18 anni fa, aveva firmato anche la copertina del primo numero» ricorda il direttore Chiereghin. Per il resto nulla. «Il 3 maggio 2013 moriva Bruno Chersicla.
Un artista che fece conoscere la città di Trieste con il Guinness dei primati 2001 per il disegno più grande del mondo dipinto sull’asfalto di piazza Unità con la partecipazione di quasi 5000 concittadini - scrive «Melitta Botteghelli - Qual è il riconoscimento che Trieste ha tributato a tutt’oggi a questo artista? Il nulla. Nessuna partecipazione ai suoi funerali, nessuna mostra (mentre altre città lo hanno onorato e lo stanno onorando con mostre personali), l’indifferenza più assoluta. Così, si teme, avverrà ancora per molto tempo. Nemo propheta in patria, si dice. Nemo propheta in mala patria, potremmo aggiungere noi». Sic.
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