Trieste, difende l’amica dalla baby-gang: quattordicenne pestato a sangue

TRIESTE «Lasciatela in pace», ha urlato. In risposta ha ricevuto calci e pugni. Un quattordicenne di Opicina è stato “punito” l’altro giorno da una baby-gang di ragazzini poco più grandi di lui per aver difeso un’amica, presa di mira con volgari commenti da parte dello stesso gruppetto. In un attimo il giovane si è trovato a terra, di fronte al cimitero di Opicina, in via dei Salici, dove stava appunto passeggiando con la ragazzina per raggiungere altri amici nel piccolo Giardino Blasina, lì a due passi. È stato un pestaggio brutale. Il quattordicenne è poi uscito dal Burlo, infatti, con 15 giorni di prognosi.
Erano le 18.30, dunque era buio. La bottega di fiori che serve i visitatori del cimitero era chiusa. Il personale del Centro civico, che ha sede con la municipale proprio sul retro del giardino, aveva ormai da tempo lasciato l’edificio. La zona dunque era praticamente deserta. Spensierati, i due amici, proprio prima di fare la curva per addentrarsi nello spiazzo verde, hanno sentito quei pesanti apprezzamenti, «in perfetto italiano». Così sembrano ricordare i due, che hanno spiegato poi ai genitori di essersi trovati di fronte non proprio dei coetanei, ma nemmeno dei ragazzi tanto più grandi.
«Potrebbero aver avuto tra i 17 e i 18 anni», hanno detto poi a mamma e papà. Ma gli altri dettagli - altezza, colore dei capelli, origine - restano per ora vaghi nei ricordi della coppia, poiché l’episodio è durato appena qualche secondo e lo choc ha cancellato molti dettagli dalla memoria dei due.
I giovani violenti sono sbucati da un piccolo varco, che porta a una dolina, dove non è difficile imbattersi in lattine di birra, bottiglie ma anche involucri di preservativi usati. Il quattordicenne ha preso subito le difese della ragazza. Ma chi c’era dall’altra parte non ha preso bene questa reazione ed è stato spietato. Lo hanno steso a terra, riempendolo di calci e pugni alla testa e alle gambe. «L’hanno gonfiato», racconta la mamma della ragazza. Non ha riportato tagli ma comunque estesi ematomi. Non appena gli amici, da lontano, hanno visto l’amico disteso al suolo, gli sono corsi incontro. Hanno chiamato l’ambulanza, ma la più vicina - da quanto si è appreso - era impegnata nel soccorso di un “codice rosso”. Ci è voluto del tempo. Poi è stata la volta della polizia.
Sul posto sono piombate le madri dei ragazzi e le volanti del Commissariato di Duino. Ma intanto la baby-gang si era dileguata. Il ragazzo preso a calci e pugni, riferisce chi l’ha visto poco dopo, era «molto scosso: ci ha abbracciati tutti, gli faceva più male il pensiero di quello che era successo piuttosto che le ferite».
La Questura conferma l’accaduto: «Faremo degli accertamenti per identificare gli autori con le informazioni del ragazzo - fanno sapere -. Quando siamo arrivati erano già fuggiti. Per ora in questa fase non possiamo dire altro».
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