Trieste, deserta l’asta per vendere l’asilo Ezit
Il commissario liquidatore dell’Ezit Paolo Marchesi era stato facile profeta: vendere all’asta l’asilo, proprietà dell’ente industriale in via Morpurgo a Domio, partendo da una quotazione di 486 mila euro, sarebbe stata un’impresa quantomeno ardua.
Asta deserta. Detto e fatto: all’apertura delle buste, avvenuta ieri mattina alle ore 10, ecco il deserto degli offerenti per acquisire la struttura educativa “Nido dei nidi”, che attualmente è gestita dalla coop “L’Arca” e ospita un centro-cottura in grado di sfornare 300 pasti al giorno destinate ad altre scuole materne consortili. La “coop” paga 5 mila euro/mese di affitto.
Al mezzogiorno del giorno 5, ultimo termine per proporre candidature all’acquisto, era già stato acclarato un generale e comprensibile forfait. La commissione aggiudicatrice - composta dal direttore del liquidando ente Francesco Forte, dalle funzionarie Laura Zollia e Luisa Trento - ne ha dunque preso atto in cinque minuti.
Lo sconto di 100mila euro. Ma Paolo Marchesi non può e non vuole demordere, perché il suo mandato scade a novembre e, con orobica caparbietà, intende vendere il vendibile. Così ha immediatamente incaricato il direttore Forte di re-indire l’asta per l’asilo, che stavolta avrà una base sensibilmente decurtata del 20%. Invece di 486 mila euro, si “batterà” a 390 mila con uno “sconto” di quasi 100 mila euro. Una cifra pur sempre consistente, ma - a giudizio del commissario - più abbordabile, perché le ultime normative prevedono benefici anche per le aziende locatarie (quindi non solo proprietarie) nel perimetro ex Ezit.
Preoccupazioni. Potrebbero fischiare le orecchie alla dirigenza della cooperativa sociale “L’Arca”, che nello spazio di via Morpurgo gestisce due distinti asili-nido, denominati “Arcobaleno 1” e “Arcobaleno 2”. Una quindicina di giorni orsono la presidente, Giorgia Sbrizzi, non aveva nascosto le preoccupazioni per la sorte dell’asilo, che al momento ospita 95 piccoli. In buona parte si tratta di figli di lavoratori/lavoratrici che operano nelle aziende della zona industriale. Wärtsilä e Illy, per esempio, hanno firmato convenzioni per agevolare la fruizione del servizio da parte del proprio personale. Prima che l’asta fosse bandita, “L’Arca” aveva presentato un’offerta di circa 200 mila euro, che la gestione commissariale non aveva ritenuto congrua.
In ballo c’è un terreno di 3475 metri quadrati, all’interno del quale insiste un edificio su un unico piano di 993 mq. In passato era stato condotto dal Comune di Trieste, che poi si era defilato e l’Ezit, durante la presidenza Azzarita, aveva lanciato un bando per la gestione. Bando che esattamente dieci anni fa - correva il 2007 - venne vinto dalla coop “L’Arca”. Ricordiamo che questa coop partecipa all’omonimo consorzio “L’Arca” insieme ad altre tre strutture.
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