Trieste, denunciati due imbrattatori "seriali": oltre 100 scritte in città FOTO

TRIESTE La Polizia locale di Trieste è riuscita a risalire all'identità di due writer "seriali", K.L. di 26 anni, S.N.A. di 21, che sono stati successivamente denunciati a piede libero per imbrattamento continuato con l'aggravante del concorso di reato. Successivamente scatteranno anche le sanzioni amministrative per aver violato il Regolamento di polizia urbana. Uno dei due, il 26enne, è stato denunciato anche per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio, perché, durante la perquisizione nel suo appartamento di Udine, sono stati trovati vari tipi di droga: oppio, marijuana, cocaina, hashish e MDMA.
Tornando agli imbrattamenti, nella notte tra l'8 ed il 9 gennaio i due avevano deturpato la galleria San Vito, appena pulita dallo sporco e dalla fuliggine, con uno throw-up (un disegno realizzato in brevissimo tempo, con uno o pochi colori: la tecnica, per occupare più spazio possibile e rendere lo scarabocchio maggiormente visibile, è quella di adottare tratti rotondeggianti, ndr) e altre scritte spray più piccole. La loro firma era un acronimo, KWC (Kill With Cans - Uccidi con le bombolette).
L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica, è stata affidata al Nucleo interventi speciali della Polizia locale che da alcuni anni si occupa di questo fenomeno: la situazione si è rivelata subito piuttosto critica per l'assenza totale di indizi, comprese le riprese delle telecamere che quella notte non erano operative.
Gli investigatori non si sono dati per vinti e, partendo proprio dalla scritta della galleria, hanno iniziato a cercare altri graffiti simili in città che potessero fornire loro qualche indizio sostanziale. Il metodo si è rivelato vincente: un lavoro lungo e meticoloso ha consentito di collegare l'acronimo KWC ad altri tipi di firme come CLOCK, CLOCKERS o CLK; tutti gli indizi raccolti conducevano a 2 giovani triestini, già protagonisti nel 2015 dell'operazione “Stintoretto” che aveva smascherato 6 ragazzi responsabili del deturpamento di numerosissimi edifici e manufatti in città.
Qualche giorno fa, in virtù dei concreti indizi a carico dei due indagati, sono state eseguite le perquisizioni degli appartamenti di Trieste e Udine, dove è stato sequestrato diverso materiale necessario a imbrattare come vernici spray, pennarelli, squeezer ed un certo numero di fotografie e bozzetti ripetuti all'infinito per una manualità più veloce. Grazie a questo materiale ed alle altre prove raccolte, insieme ad un impegnativo lavoro di analisi e confronto, è stato possibile attribuire la paternità di oltre 100 scritte di vari colori e dimensioni sparse sui muri, pensiline del bus, bidoni delle immondizie, edicole, cabine di servizi vari (telefonia, posta, luce etc), pali dell'illuminazione pubblica e manufatti vari in tutta la città.
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