Trieste, Del Sabato legato e rapinato nella sua villa
TRIESTE Sono entrati dalla porta-finestra della cucina, consapevoli della presenza dei proprietari, e li hanno “alleggeriti” di 20mila euro: dopo molti mesi a Trieste torna la rapina più temuta, quella in villa. Questa volta a essere presa di mira è stata un’abitazione di lusso nella zona di via Rossetti, in via Redi, e con essa gli inquilini, un’anziana coppia. Lui 80enne, con un nome molto noto in città, Giorgio Del Sabato, imprenditore con la passione del calcio ed ex presidente della Triestina, lei di pochi anni più giovane.
Rispetto al copione più comune in questi casi, il colpo presenta due particolarità, apparentemente contrastanti, ma che proprio per la loro natura non “sinergica” potrebbero rappresentare per gli inquirenti un ulteriore punto di partenza per tentare d’individuare i responsabili.
La prima “anomalia” è costituita dal fatto che i banditi hanno agito sapendo perfettamente che all’interno della casa vi fossero i proprietari. L’altra che, fortunatamente, l’anziana coppia sia stata trattata dai banditi, per quanto possibile, “umanamente”, senza esercitare violenza per ottenere informazioni sul bottino da rapinare.
Queste, fatti salvi particolari non ancora trapelati poiché è in corso la relativa inchiesta, le fasi del colpo che ha avuto per teatro via Redi, una trasversale di via Rossetti, “a monte” della strada. Sono le 20 circa quando tre uomini, con il volto “travisato”, cioè coperto in modo da non farsi riconoscere, entrano nel giardino della villa di via Redi.
Dal giardino si avvicinano alla porta-finestra che dà sulla cucina dell’abitazione. Riescono ad entrare: a riguardo non si conoscono i particolari, cioè se la porta fosse in quel momento aperta o meno. Sembra verosimile che, in ogni caso, non fosse “blindata”.
I tre rapinatori s’imbattono negli inquilini della villa: con grande spavento dei proprietari, li minacciano e li immobilizzano. La banda usa poche parole, probabilmente per non tradire accenti o inflessioni, tanto che la nazionalità straniera è per ora poco più di un’ipotesi.
Il terzetto lega i polsi dietro la schiena a Del Sabato e alla consorte, utilizzando delle fascette. Con lo stesso metodo imprigiona loro anche i piedi: sono ormai totalmente immobilizzati, incapaci di alcuna reazione, semmai ve ne possa essere una. Le loro bocche non vengono imbavagliate.
Poi la banda fa “accomodare” i due, facendoli sedere, tenendoli sempre sotto stretto controllo. Quindi i malviventi si dedicano alla “caccia” alla refurtiva, rovistando ovunque, specie nei luoghi dove reputano ci siano maggiori possibilità di trovare oggetti di valore o denaro. E il loro fiuto viene, se così si può dire, premiato. Vengono infatti sottratti in vari vani della casa contanti, orologi, gioielli e altri beni per un valore stimato in 20mila euro. Non è dato sapere se le vittime della rapina abbiano dato indicazioni sull’ubicazione dei valori.
Una volta terminata l’operazione, che lascia a soqquadro l’abitazione, la banda con il bottino prende la via del ritorno, facendo perdere le proprie tracce, complice il buio. Dopo un po’ i coniugi Del Sabato riescono in qualche modo ad allertare un vicino, che chiama a sua volta il numero d’emergenza 113.
Sul posto così intervengono subito pattuglie della Squadra volante, personale della Squadra mobile e della Scientifica, che effettua i rilievi “di rito”. Non si sa se e quali tracce i tecnici della polizia di Stato abbiano rilevato e catalogato, ma verosimilmente qualche indizio è stato raccolto, anche se in questi casi le indagini non risultano certo facili.
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