Trieste, decine di anziani in coda per il vaccino in Porto vecchio: «Una vergogna»

Assembramenti a Trieste davanti al centro iniezioni. Il primo cittadino interviene con i vigili e installa le transenne  
In coda per fare il vaccino. Foto di Massimo Silvano
In coda per fare il vaccino. Foto di Massimo Silvano

TRIESTE «Ho chiamato i Carabinieri perché non è accettabile una situazione del genere». «È una cosa vergognosa». «La disorganizzazione è totale». Nervi tesi ieri mattina tra i tanti triestini in coda all’esterno della Centrale idrodinamica, la struttura in Porto vecchio trasformata su volontà di Regione, Comune e Asugi in centro per le vaccinazioni di massa al posto di Cattinara. Le nuove postazioni sono state studiate per riuscire ad accogliere ogni giorno per la profilassi circa 800 persone tra over 80 e, da ieri, anche soggetti vulnerabili cittadini nella fascia d’età 75-79 anni. Nel giorno del debutto della fase 3 con l’allargamento della platea non tutto ha funzionato a dovere.

La struttura ha aperto alle otto e subito si sono formate code di decine di persone e assembramenti, tanto da spingere anche il sindaco ad intervenire sul posto. Arrivato in Porto vecchio attorno alle 9, il primo cittadino ha fatto installare corsie e transenne, in modo da regolamentare gli accessi e mettere ordine tra le persone in fila. «Ora le cose si sono normalizzate - ha spiegato dopo il secondo sopralluogo nel primo pomeriggio -. Siamo intervenuti con la Polizia locale per far rispettare il distanziamento. Il problema è che, in mattinata, molte persone sono arrivate in anticipo. Ritenendo più prudente non mettere le persone al chiuso, visto anche il bel tempo, abbiamo deciso di mantenere la coda all’esterno». In serata, poi, Dipiazza ha fatto sapere di aver parlato con Paolo Marchesi di Tcc, decidendo di allestire nella parte del Centro congressi davanti alla Centrale idrodinamica uno spazio d'attesa per le persone che devono effettuare il vaccino con la collocazione di 100-120 sedie e la relativa pulizia degli ambienti.

Tornando alla giornata di ieri, dopo il posizionamento delle transenne, le cose sono andate migliorando anche se non sono mancati momenti di tensione legati alle lunghe attese, con ritardi arrivati fino ad un’ora, e alla mancanza di sedie, poi trovate dal personale. Una volta all’interno, peraltro, nessuna criticità tra triage - dove a supporto del personale Asugi sono presenti anche gli Scout per la modulistica -, inoculazione e sala d’attesa.

I veri problemi, come detto, si sono registrati all’esterno. «C’è una disorganizzazione totale - denuncia dalla fila Roberto Sponza che sta accompagnando la mamma -. Siamo qua per la seconda dose Pfizer: a Cattinara ci avevano assegnato un orario, le 12.38, assicurandoci che sarebbe stato indicativo. Io infatti avevo chiesto di anticipare l’appuntamento per motivi di lavoro e per questo mi sono presentato alle 10». «Sono infastidita - aggiunge Fulvia Pilato -. Mi hanno detto di venire 15 minuti prima, ma qua sarà lunga. Quando ho portato mio marito a Cattinara tutto era andato al meglio». Qualcuno, dall’esasperazione si è spinto anche oltre. «Ho chiamato i Carabinieri - spiega Lucilla Grison -. Questo è un assembramento vero e proprio, mi rifiuto di mettermi in fila con questo caos. Ero contenta di poter prenotare il vaccino, ora mi sono pentita e cercherò di prendere un altro appuntamento perché non posso espormi a un simile rischio contagio». «Hanno voluto aprire una mega struttura come la Primula e questo è il risultato», sentenzia Antonio Serraino, mentre Licia Gerbi sbotta: «Va tutto molto lentamente e non c’è neanche un posto dove bere dell’acqua o sedersi». Tra le persone in fila, però, c’è anche chi la prende con filosofia. «C’è il sole e stiamo prendendo aria buona - afferma Mariagrazia Poletti mentre legge un libro di Camilleri -. Speriamo solo che nei prossimi gironi si organizzino meglio, altrimenti converrà ridurre gli appuntamenti». —


 

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