Trieste, da dipendenti a proprietari: la sfida degli ex addetti Coop

Davide Paulin e Alessandro Giotti hanno rilevato sei negozi delle Operaie. Giovedì le prime aperture. E in futuro puntano a espandersi fuori provincia
E' corsa contro il tempo per rimodernare l'ex supermercato Coop di viale Campi Elisi (foto Lasorte)
E' corsa contro il tempo per rimodernare l'ex supermercato Coop di viale Campi Elisi (foto Lasorte)

TRIESTE Più che una storia, la loro assomiglia tanto ad una favola. A lieto fine. Loro sono Davide Paulin e Alessandro Giotti, i due ex dipendenti delle Cooperative operaie che hanno deciso di vestire i panni di imprenditori e rilevare ben sei negozi ex Coop, attraverso l'acquisizione del ramo d'azienda (3 ciascuno). Un’operazione non da poco che ha comportato un investimento di circa 200mila euro a testa, oltre al riassorbimento di tutti e 16 gli ex dipendenti, ai quali si aggiungono altre 4 nuove assunzioni per un totale di 20 lavoratori. «Possiamo dire che alle spalle dei colossi della grande distribuzione ci siamo anche noi» affermano con una punta di orgoglio più che giustificata. I primi negozi apriranno i battenti giovedì 6 agosto e nell'arco di una settimana saranno tutti operativi: si tratta nello specifico dei punti vendita di Prosecco, San Giacomo e via Vergerio (gestiti da Paulin con il marchio Nova Coop) e quelli di Campi Elisi, via Flavia e Altura, sotto la guida di Giotti, che saranno targati Nuova Cooperativa Trieste.

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Bonaventura Monfalcone-23.06.2015 Chiusura Coop-Piazza Cavour-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Una sfida coraggiosa nella quale non può mancare un pizzico di sana follia. «In effetti è così: se ci penso non riesco ancora a crederci - ammette Paulin, 46 anni, da 8 anni dipendente Coop e da 15 operante nel settore del commercio, con esperienze maturate anche in regione e nel vicino Veneto - Tutto è nato quando l'avvocato Consoli ha prospettato questa possibilità, concedendoci di fatto una grossa opportunità: non ci ho pensato due volte, anche perché avevo già vissuto in passato l'esperienza imprenditoriale. Non accettavo l'idea che le Coop potessero scomparire così e tutto sommato questa avventura è un modo per portare avanti quella che è stata per decenni una istituzione della città e di tutti i triestini». Concetti ripresi da Giotti: «Non ci stavo a veder franare sotto i piedi un simbolo triestino come quello delle Cooperative Operaie - spiega - Una scelta fatta d'impulso e non troppo meditata: in questa azienda ci sono nato, ho lavorato per 35 anni e adesso voglio in qualche modo portarne avanti lo spirito».

I due imprenditori triestini da alcune settimane (con le loro forze ci tengono a sottolineare) stanno lavorando in vista della riapertura per tirare a lucido i rispettivi negozi, che si presenteranno con un look completamente rinnovato: dagli interni all'illuminazione, passando per i nuovi frighi fino alla diversa distribuzione dei prodotti, che prevede in alcuni punti vendita l'apertura di nuovi comparti, come ad esempio il banco salumi o la caffetteria. «In questo percorso non facile ci sta guidando la Confcommercio alla quale va il nostro ringraziamento, mentre auspichiamo possa arrivare un aiuto concreto anche dagli istituti bancari - affermano - Ai triestini chiediamo di apprezzare lo sforzo e i sacrifici che stiamo facendo. Sia chiaro: non lo facciamo per arricchirci ma per dare continuità a un progetto storico e per salvare una serie di dipendenti che altrimenti sarebbero rimasti senza lavoro».

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Con in testa un obiettivo ben preciso. «La nostra filosofia è quella di offrire prodotti freschi del territorio a prezzi concorrenziali - sottolineano entrambi - Riproporre in sostanza quell'idea della bottega alimentare rionale che un tempo fungeva da vero e proprio punto di riferimento per il quartiere e che oggi sta sempre più scomparendo. Una risposta insomma per tutta la città».

E le prime testimonianze in termini di affetto per i due coraggiosi imprenditori non sono mancate: a partire dagli ex dipendenti Coop che in questo modo possono tirare un sospiro di sollievo, fino ai residenti che continuano a chiedere informazioni sui tempi di riapertura dei rispettivi punti vendita. Ma le sorprese potrebbero non finire qui. «Per il momento ci concentriamo su questa avventura già di per sé impegnativa, ma l'obiettivo è quello di crescere ancora - concludono Paulin e Giotti - Ci stuzzica l'idea di allargarci ulteriormente e di mettere il naso fuori provincia, dove ci sono ancora una serie di negozi al momento chiusi e che aspettano solo di poter essere rilanciati».

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