Trieste, crociata anti tabelle in Cavana

Ristoratori e negozianti puniti per le pubblicità in strada. Dapretto: «Basta cavalletti». Ma scatta la rivolta
Una delle tabelle multate dalla polizia locale (foto Lasorte)
Una delle tabelle multate dalla polizia locale (foto Lasorte)

TRIESTE Esercenti imbufaliti, Comune spiazzato, multe come piovesse: è il risultato, pare, della delazione di un ristoratore in zona Cavana. Che, inferocito a sua volta per essere stato multato per alcuni cartelli improvvisati che indicavano il suo locale, ha pensato bene di reagire mandando alla polizia urbana un dossier di foto e altro che documentavano come i suoi colleghi si fossero comportati esattamente nella stessa maniera.

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Lasorte Trieste 04/11/15 - Via S.Spiridione, Nuovi Parcheggi per Moto

Risultato ovvio: controlli a tappeto, per non ricadere nell’omissione d’atti d’ufficio, e una pletora di contestazioni. Per la Trieste turistica, un vero colpo basso. Perchè se è vero che alcuni tabelloni vanno contro il buon gusto, lo è altrettanto che, soprattutto nelle aree più nascoste della rinata Cittavecchia, far sapere di esistere è legato alla sopravvivenza stessa dei locali.

Dice Andrea Sinico, socio del Petes e dell’Antico Convento , e che come tale si è trovato una multa doppia: «Dopo che il collega, che probabilmente ha preso la multa per primo, ha fatto foto a tutte le tabelle della zona, è arrivata la polizia commerciale. L’attiguo negozio di abbigliamento e altro per bimbi è stato il primo a essere sanzionato, per occupazione abusiva di suolo pubblico, con 180 euro» .

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Il problema è che, come racconta Sinico, «sono cartelli vitali, in una zona nascosta. Abbiamo chiesto più volte anche strutture a pagamento, a livello turistico, senza avere risposte. Adesso ci hanno bloccati un po’ tutti, anche quelli che esponevano cartelli con su scritto “oggi baccalà”. Io dico: pago 2mila euro per i tavoli e , dunque, l’occupazione del suolo pubblico ed ero tranquillo.

Mi hanno multato dicendo che nel regolamento doveva esserci scritto che avevo diritto anche alle tabelle. E ora devo pagare 360 euro. In buona compagnia con Tuttobebè, la Casa della musica, varie boutique, il negozio di occhiali. Ora - prosegue Sinico - andiamo avanti con la raccolta firme. Vogliamo delle tabelle precise e che almeno per dicembre ci lascino un po’ in pace».

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In Comune, grandi palleggiamenti. Perchè la questione casca esattamente a mezza via tra due assessorati: quelli gestiti dalla Marchigiani e da Dapretto. «Qua non stiamo parlando di dehors - dice la Marchigiani - è un’altra storia. Ogni oggetto messo, comprese le tabelle, dovrebbe avere una sua autorizzazione paesaggistica o monumentale. E invece in alcuni casi ci sono insegne pubblicitarie in mezzo a percorsi pubblici, senza regolamentazione, non sempre elegantissimi. A breve, però - continua l’assessore - è prevista una conferenza dei servizi interna, vedremo».

«Non vogliamo cavalletti in strada ovunque - spiega l’assessore Dapretto - perchè quella è un’attività privata su spazio pubblico... Possiamo pensare di cambiare il regolamento sull’occupazione del suolo pubblico, trovare un sistema che non può essere questo».

Intanto Franco Bandelli e Alessia Rosolen di un’altra Trieste presenteranno mercoledì in Consiglio una mozione urgente per chiedere una sanatoria su queste sanzioni e la revisione del regolamento. La battaglia è appena iniziata.

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