Trieste, Costiera chiusa alle auto: hotel e locali in rivolta

Gli esercenti di Barcola, Grignano e Sistiana denunciano cali di affari fino al 60%. «Segnaletica fuorviante e divieti fasulli. Andata in fumo un’intera settimana»
Foto Bruni 03.11.2017 Strada Costiera:riaperto il cantiere
Foto Bruni 03.11.2017 Strada Costiera:riaperto il cantiere

TRIESTE Affari in picchiata, con cali di clienti anche del 60 per cento e decine di prenotazioni annullate. È un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato da albergatori, ristoratori e pubblici esercenti che lavorano tra Barcola e Sistiana, la zona penalizzata dalla chiusura della strada Costiera.

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Proprio lo stop alla circolazione lungo l’importante arteria ha mandato in fumo una settimana che, complice il ponte di Ognissanti, di San Giusto, la festa del patrono San Giusto e un meteo quantomai clemente, avrebbe dovuto regalare invece grandi soddisfazioni. Quelle che, non a caso, sono arrivate per hotel e locali del resto della città grazie alla presenza massiccia di turisti.

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«I cartelli stradali messi qua e là fanno scappare chiunque, anche chi deve semplicemente venire a pranzo o a cena a Barcola o vuole andare a vedere il Castello di Miramare - sbotta Silvano Lamacchia, titolare del ristorante-albergo Tre Merli -. Deviano tutti sull’Altipiano, dando spesso ai turisti informazioni scorrette e mettendo a rischio il nostro lavoro. Per non parlare poi di un altro problema: in una città turistica come la nostra le indicazioni stradali sono sempre e solo in italiano...».

Lamacchia, che è anche vicepresidente della Fipe, ieri ha passato in rassegna gli esercizi della zona, raccogliendo le proteste degli esercenti. «Nessuno si preoccupa del nostro disagio - dichiara -. Io passo ore a recuperare clienti del mio albergo che si perdono in Carso, anche perché non è stato predisposto un sistema di segnaletica che accompagni chi arriva da fuori Trieste: c'è una confusione totale».

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Al semaforo di Barcola un cartello ieri indicava perentorio “Viale Miramare chiuso”. Un’indicazione fuorviante, che qualcuno ha pensato bene di correggere in modo artigianale, appiccicandoci sopra due adesivi con le scritte Costiera chiusa. Ma, a riprova di quanta confusioni regni sulle conseguenze del crollo di domenica scorsa, ieri in tarda di mattinata l’area di Grignano era pressoché deserta. «I bus della linea 6 corrono regolarmente e non hanno modificato il tragitto - osserva Carmen De Simone, titolare del ristorante Principe di Metternich -. Non capisco quindi perché non si consenta anche alle auto di proseguire liberamente fin qui. Davvero quindi non capisco perché i cartelli indichino agli automobilisti che il tratto di viale Miramare che porta fin qua sia chiuso. Ci stanno inutilmente penalizzando».

In realtà l’ordinanza che definisce l'accessibilità di questi giorni prevede effettivamente la non percorribilità di viale Miramare, fatta eccezione per i frontisti. E non, invece, per i clienti dei ristoranti e dei locali dal bivio in poi che, per raggiungere i loro posti preferiti, devono essere determinati e pronti a superare i cartelli di diveto.

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A fare le spese della situazione anche gli esercenti di Barcola: ieri mattina il lungomare era completamente vuoto. ola non c'era nessuno. «I locali sono tutti aperti - valuta De Simone - ma di clienti ne vedono pochi malgrado a Trieste ci sia in questi giorni un consisentente numero di turisti. Un danno enorme per noi, che poteva essere evitato gestendo le cose con un minimo di professionalità. Martedì avevamo un banchetto - prosegue la ristoratrice - ed è stata una fatica indirizzare telefonicamente chi arrivava da fuori Trieste, andando anche a recuperare diversi invitati che si erano persi».

Matteo Martinolli, veterano di Grignano con la sua Tavernetta al Molo, racconta di prenotazioni cancellate e di parecchi disagi: «Non possiamo prendercela, ma chiediamo a chi ne ha il potere di intervenire al più presto per limitare i danni». «In queste condizioni soffriamo molto, - conferma Alex Benvenuti dell'Hotel Riviera & Maximilian's -. I tempi di riapertura devono essere rapidi e nel frattempo la cartellonistica non deve essere approssimativa e solo in italiano.

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Quella è la strada d'accesso alla città, la situazione va risolta il prima possibile». Gli fa eco Roberto Maracich del Befed: «Se questa città vuole lavorare con i turisti almeno faccia più attenzione a cosa scrive sui cartelli stradali: il presunto stop alla circolazione in viale Miramare è un danno enorme».

Uno sfogo a cui si salda quello degli esercenti di Sistiana. «Il danno che stiamo subendo è enorme, - afferma Gianpaolo Sanson, titolare della caffetteria e Costa dei Barbari -. Da Monfalcone dirottano gli automobilisti direttamente in superstrada e nessuno indica con precisione la data di riapertura della Costiera: sembra di rancolare nel nulla».
 

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