Trieste, corsa al pieno quasi gratis, spuntano 12 “pentiti”

Il titolare dell’impianto di via Valerio sta visionando 21 ore di registrazioni. Gli automobilisti che hanno approfittato del guasto sono tenuti all’indennizzo
Il distributore di via Valerio (Lasorte)
Il distributore di via Valerio (Lasorte)

TRIESTE Al distributore non si parla d’altro. Tra un pieno e un caffè nell’adiacente punto ristoro l’argomento di discussione non può che essere il vero e proprio “assalto” all’impianto Eni di via Valerio 1 che si è verificato nella notte tra lunedì e martedì. Complice un guasto al computer, il servizio notturno di self service ha erogato benzina e gasolio a un prezzo di un euro inferiore alla tariffa stabilita dalla compagnia. Risultato: 120 erogazioni in poche ore grazie ad un passaparola da record e un danno economico per il gestore pari a quasi 3mila euro, tanti quanti i litri erogati nella folle corsa al pieno. In pratica un’intera giornata di lavoro andata in fumo.

Ieri una dozzina di automobilisti ha fatto marcia indietro presentandosi all’impianto per integrare la parte mancante e risarcire al titolare la differenza tra quanto pagato e la quantità di carburante effettivamente erogata. Più o meno il 10% del totale.

Un fotogramma di una delle auto "furbette" che hanno fatto il pieno quasi gratis (Lasorte)
Un fotogramma di una delle auto "furbette" che hanno fatto il pieno quasi gratis (Lasorte)

Il titolare, che ha denunciato l’accaduto ai Carabinieri e si è già rivolto a un legale, da un paio di giorni non si dà pace e continua a visionare ininterrottamente i filmati registrati dalle 14 telecamere. In totale 21 ore di registrazione, 7 per ognuna delle tre corsie aperte nel servizio notturno. Immagini che scorrono con le automobili in coda, tra queste anche alcuni tassisti, e con qualcuno che decide addirittura di esagerare tirando fuori dal bagagliaio le taniche. Tra la folla notturna il gestore ha scorto anche qualche conoscente e frequentatore abituale del luogo. «C’è grande amarezza perché dalle persone che conosci personalmente ti saresti aspettato una segnalazione del problema e non che facessero finta di niente - commenta il titolare Roberto Zol -. Negli anni ho subito due rapine e un assalto alla cassa automatica del distributore fatta saltare con l’esplosivo, ma questa vicenda è quella che mi fa più male. Una cosa comunque è sicura: sono deciso ad andare in fondo perché si tratta di un danno economico rilevante».

Trieste, benzina a soli 44 cent per un guasto al pc: assalto al distributore
Uno degli automobilisti mentre fa il pieno "scontato" ripreso dalle telecamere del distributore di via Valerio (Foto Lasorte)

Ma dal punto di vista legale come potrebbe evolversi la questione? Gli esperti di diritto precisano che la vicenda non ha rilevanza penale bensì civilistica. «Sostanzialmente si rientra nel cosiddetto “arricchimento senza causa” disciplinato dall’articolo 2041 del Codice Civile - spiega l’avvocato Federico Pastor -. Vale a dire coloro che, senza una giusta causa, si sono arricchiti a danno di un’altra persona e sono dunque tenuti, nei limiti dell’arricchimento, ad indennizzare quest’ultima della correlativa diminuzione patrimoniale».

C’è poi l’aspetto della “buona fede”. «Entrambe le parti di un contratto hanno l’obbligo di comportarsi secondo le regole della buona fede, intesa come lealtà di condotta e correttezza - sottolinea l’avvocato Raffaele Leo -. In questo caso siamo di fronte a un contratto di compravendita viziato da un evidente errore: nel caso fosse ipotizzata anche la malafede, cioè l’aver approfittato in modo consapevole dell’errore, allora il compratore sarebbe in linea teorica tenuto, oltre che a integrare il prezzo, anche a risarcire il venditore dell’eventuale danno subito». Insomma una vicenda destinata a far discutere e che potrebbe dar luogo ad una battaglia legale.

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