Trieste: Coop Operaie, i 17mila soci “traditi” riceveranno un nuovo rimborso entro l’anno
TRIESTE. L’avvocato Maurizio Consoli, amministratore giudiziario delle Cooperative operaie di Trieste, Istria e Friuli, si lascia scappare una mezza promessa prima di lasciare Trieste per un breve periodo di ferie: «Prevedo di operare un altro riparto entro la fine dell’anno». Parole, le sue, alle quali i creditori prestatori sociali si stanno aggrappando come a un salvagente. Il mare in burrasca dal quale mettersi in salvo è il fallimento del colosso cooperativo triestino.
Il riparto a cui fa riferimento l’avvocato triestino, invece, fa parte di un piano di rientro che prevede la restituzione ai 17mila soci Coop di una buona parte dei loro risparmi. La missione alla quale Consoli è stato chiamato dal Tribunale civile, infatti, è quella di restituire più denaro possibile ai creditori mediante la cessione dei beni delle Cooperative operaie e delle società dalle stesse Coop controllate in via diretta (Cotif srl) e in via indiretta (Coop Trgovine).
Consoli, attraverso un concordato preventivo, ha definito che nelle tasche dei risparmiatori rientrerà poco più dell’81% di quanto da loro messo da parte. In soldoni, si tratta di recuperare qualcosa come 83 milioni e 500 mila euro dei 103 milioni di euro complessivi.
Attraverso il “piano Consoli”, i soci Coop hanno già avuto indietro poco più del 60% di quanto “riposava” all’interno dei loro libretti di risparmio. La prima rata, pari al 30%, è stata incassata a luglio 2015 grazie a una “polizza salva-soci” imposta dalla legge, che le Coop operaie avevano pattuito a suo tempo con Banca Generali, sotto forma di fideiussione.
Gli altri riparti, nel corso degli ultimi dodici mesi, sono stati possibili grazie alla vendita dei beni Coop messa in atto dal commissario Consoli, che ha consentito ai piccoli risparmiatori di recuperare qualcosa di più del 60% del proprio denaro.
Adesso Consoli assicura che la rata finale potrebbe trovare posto sotto l’albero di Natale. Forse prima. L’avvocato triestino non si lascia scappare altre indiscrezioni: «A metà settembre avrò maggiore contezza dei numeri a nostra disposizione».
Anche il sito internet delle Coop operaie, intanto, è stato commissariato. Sulle sue pagine non compaiono più le offerte dei prodotti alimentari, ma vi vengono pubblicati i comunicati ufficiali del liquidatore giudiziale. L’ultimo, datato 3 luglio 2016, notifica che «sono pervenute offerte d’acquisto dei beni e della partecipazione sociale».
La partita più grossa, del valore superiore agli 8 milioni di euro, si è giocata in Croazia, a Fiume, dove la Coop Trgovine è proprietaria di locali commerciali, uffici e magazzini siti nel centro commerciale Tower Center e locati nel 2006 alla croata Konzum.
Per i locali d’affari di via Montorsino, invece, sono stati offerti 400mila euro, al lordo dei canoni di locazione maturati dal 29 giugno 2015, mentre per i cinque posti auto siti nell’autorimessa di via Giusti sono stati offerti 40mila euro, oltre a 13.500 euro messi sul tavolo per un ulteriore posto auto, sempre in via Giusti.
Discorso a parte va fatto per l’ex Ingross, il complesso immobiliare di proprietà della Cotif srl che si trova tra piazzale Atleti azzurri d’Italia e via Palatucci. In questo caso il Comune di Trieste, quando l’amministrazione era ancora targata Cosolini, aveva offerto 3 milioni di euro, ipotizzando il trasferimento in quella sede sia dell’Ortofrutta che del Mercato ittico.
Nel corso dell’asta che si è svolta lo scorso 4 agosto, però, la gara per accaparrarsi l’intera area di 14mila metri quadri di superficie se l’è aggiudicata la Metro Italia Cash and Carry, società che è intenzionata a insediarsi in quegli spazi con un megastore dedicato alla ristorazione e all’accoglienza.
Dato per scontato che l’operazione legata all’ipermercato di Fiume sia andata a buon fine, considerato che lo stesso Comitato di tutela dei soci Coop considerava la fase di acquisto «praticamente conclusa», per Consoli è arrivato il momento di tirare le somme.
Nonostante non vi sia un limite temporale per portare a termine la cessione dei beni delle Cooperative operaie, in quanto il concordato verrà chiuso solo a vendite avvenute, c’è da giurarci che l’avvocato triestino vorrà imprimere un’accelerazione all’operazione di restituzione del denaro ai soci Coop. Almeno fino al raggiungimento dell’81% di quanto messo da parte dai soci risparmiatori.
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