Trieste, convegno con Rampini sulle 500 imprese top in regione

Giovedì a Trieste alle 17, al Magazzino 42, nella parta retrostante della Stazione Marittima, il convegno e l’intervista pubblica a Federico Rampini, corrispondente da New York di Repubblica
Federico Rampini
Federico Rampini

Giovedì alle 17, al Magazzino 42, nella parte retrostante della Stazione marittima, si svolgerà il convegno sul tema “Top 500: le imprese del Friuli Venezia Giulia”. Il Piccolo e PwC, insieme a Fondazione Nord Est e Autorità Portuale, hanno condotto un’analisi sulle performance delle prime cinquecento aziende in regione, i cui risultati saranno illustrati nel corso del convegno. Interverranno il direttore del Piccolo Paolo Possamai, Cristina Landro di PwC, Gianluca Tosci di Fondazione Nord Est (“Le performance delle prime 500 imprese”) e Nicola Anzivino di PwC (“Innovare per crescere: percorsi di sviluppo e d’investimento per le aziende del Nord Est”). Possamai intervisterà Federico Rampini, corrispondente di Repubblica da New-York, sul tema “Una bussola per l’economia globale, tra opportunità e rischi”. L’appuntamento sarà chiuso da Sergio Razeto, presidente di Confindustria Trieste e Gorizia.

Nell’occasione Rampini presenterà anche il suo libro “L’Età del Caos” dove uno dei temi più trattati è quello dei social media e delle economie connesse. «L’importanza di nuove tecnologie e social nella nostra vita - ha affermato tra l’altro il giornalista e scrittore - è innegabile, stanno occupando uno spazio sempre maggiore del nostro tempo, nel lavoro, nelle relazioni sociali, nell’intera esistenza. Dove sono scettico è sul loro ruolo economico, perché la verità è che scontiamo quella che gli economisti definiscono “stagnazione secolare”: da una parte crediamo di vivere in un’epoca di innovazione, dall’altra la nostra produttività non cresce». Con rischi per la democrazia.

«Uno dei paradossi, decisamente poco rassicurante - ha osservato ancora Rampini - è che ci volle una guerra mondiale perché le democrazie si dessero una regolata: solo uno choc esterno fortissimo quale fu la guerra mondiale potè portare a una rinascita delle democrazie. E chissà, anche il terrorismo oggi potrebbe rappresentare uno choc esterno capace di rivitalizzare le democrazie...».

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