Trieste, controlli in bar e ristoranti sulla raccolta differenziata

Il Comune fa partire sopralluoghi a campione e segnalazioni alla Polizia locale. Ma la Fipe non ci sta: «Iniziativa prematura». Le sanzioni si aggirano sui 250 euro
La cucina di un ristorante
La cucina di un ristorante

TRIESTE Partono i controlli sulla raccolta differenziata negli esercizi pubblici. E non mancano le preventive proteste. Il Comune informa infatti che a novembre i suoi incaricati effettueranno sopralluoghi a campione in bar, pizzerie, ristoranti, fast food per una verifica sulla diffusione e sulla riuscita del sistema di raccolta. Chi sgarra, chi non si è adeguato, non verrà sanzionato ma l’incaricato del Comune rilascerà comunque a fine controllo un verbale e segnalerà eventuali irregolarità alla polizia locale. Saranno poi i vigili urbani a ritornare nell’esercizio per verificare che il comportamento contestato sia stato modificato. In caso contrario scatterà la multa che si aggira intorno ai 250 euro.

«Quelli dei nostri incaricati vogliono essere dei controlli preventivi - spiega l’assessore comunale all'Ambiente, Alberto Laureni - proprio per incentivare tutti gli esercenti ad adeguarsi. I comportamenti difformi dalla norma rilevati dall’addetto comunale dovranno essere prontamente corretti in modo che a un possibile successivo controllo della polizia locale tutto il ciclo di raccolta e conferimento dei rifiuti risulti in regola».

Ma la Fipe non ci sta. «Che un incaricato del Comune - sostiene il presidente Bruno Vesnaver - faccia delle ispezioni per segnalare eventuali irregolarità, dando dei consigli per rendere il servizio di raccolta efficiente, ci sta bene. Ma è prematuro che alla fine del controllo segnali eventuali difformità alla polizia locale. Non siamo d’accordo». Il motivo è presto detto: «Abbiamo iniziato a distribuire i contenitori quest’estate. Specialmente per i locali di piccoli dimensioni le difficoltà a ospitare tre bidoni, oltre a quelli per il vetro e la carta, non sono poche. Insegnare al personale di cucina, spesso di lingua non italiana, come effettuare la divisione dell’umido non è semplice. Serve tempo prima di far partire le sanzioni».

La differenziata arriva nei pubblici esercizi
Cassonetti pieni di immondizia

La Fipe, come ricorda Vesnaver, è stata incaricata di distribuire gratuitamente i contenitori ai gestori che ne facevano richiesta: «Abbiamo consegnato 230 kit da tre bidoni ciascuno. Stiamo continuando a informare la categoria ma la raccolta differenziata nella cucina di un ristorante, di un bar o di una pizzeria ha dimensioni non indifferenti. Siamo una delle categorie che subisce più controlli e serve tempo per adeguarsi». Senza contare che i bottini color marrone destinati alla raccolta dell’umido e sistemati in molte isole ecologiche non sono sufficienti.

Il Comune, però, non intende mollare sulla differenziata: «Mi auguro che entro fine anno la raccolta in città raggiunga o sfiori il 40%. E confido che gli esercizi pubblici consentano un forte incremento: basti pensare, stime alla mano, che il solo recupero dei fondi di caffè sarà di 700 tonnellate all’anno, pari all’1% della raccolta dei rifiuti in città».

Intanto la differenziata è stata introdotta anche nei cimiteri di Trieste dove i fiori e il verde vanno gettati in contenitori diversi da quelli dove finiscono nylon o plastica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo